Il frate che crea i presepi con passione varesina

– Il presepe, simbolo del periodo natalizio ed elemento fra i più amati del periodo di festa, trova spesso posto nelle case dei varesini. C’è però chi il presepe lo ama in modo del tutto speciale, come frate , che ne ha fatto una passione al punto da portare lui e i suoi presepi in molte parti d’Italia.
«La mia passione è nata in famiglia. Sono di Varano Borghi, più precisamente di Boffalora, dove c’era

una cappellina in cui il prete di Varano veniva a dire messa la domenica. In famiglia e in chiesa mi sono innamorato del presepe, e con il tempo è diventato un desiderio costruirli, oltre che guardarli».
Classe 1956, frate Oreste ha vissuto la sua infanzia nelle zone del Varesotto, tra Varano Borghi, Varese e i comuni circostanti, per poi vivere la vita religiosa a Castelmonte, in provincia di Udine, poi a Padova, Conegliano e infine Gorizia. Parallelamente, con il tempo, l’hobby di costruire presepi si è ampliato fino a diventare «ormai quasi un’attività a tempo pieno».

Il religioso varesino ha iniziato a farsi notare prendendo parte alla realizzazione del grande presepio che da più di sessant’anni viene allestito nel Convento dei Cappuccini di Mestre. «Ho iniziato a costruire i presepi di Mestre nel 1981, quando già era una tradizione».
«Si tratta di una costruzione molto grande, per cui il Convento accoglie molti visitatori. Da lì poi ho iniziato a partecipare a mostre, e gli amici e fratelli mi hanno chiesto di prendere parte alla costruzione dei loro. Ora viaggio molto, così come i miei presepi. Oggi sono a Trieste, ad esempio, ed ho spedito un presepe a Bari. Appena tornerò a Gorizia dovrò occuparmi anche di quello». Frate Oreste si è dedicato, all’inizio della sua attività artistica, esclusivamente ai presepi tipici di chiese, mostre e conventi, caratterizzati da grandi dimensioni.
«Dal 2000 ho iniziato a fare anche presepi più piccoli, che si vendono alle famiglie ed il cui ricavato va alle missioni. Uso polistirolo, legno, plastica, tegole vecchie, e molto è materiale di recupero». Che spicca nelle costruzioni del frate cappuccino, quasi ad essere la sua firma personale, è un elemento tipico del presepio: le pecore.
«Io amo le pecore, ne metto tantissime e non mancano mai. Cerco di mettere più greggi che posso, anche perché nella realtà vedere un bel gruppo sostanzioso è molto più bello che una manciata che si perde nei prati. Quando inizio a mettere pecore poi non mi fermo, è un mio pallino».
A innamorarsi dei suoi presepi sono in tanti, grandi e piccoli, come ad esempio una bambina che «domenica scorsa, a Castelmonte, aveva visto un mio presepe, e quando il padre alla fine ha deciso di comprarglielo voleva portarlo lei, nonostante la scatola fosse troppo grande. Così ci teneva sotto la manina mentre il papà lo trasportava, come se fosse un piccolo tesoro». Ma anche egli stesso spesso si lascia affascinare dalle sue costruzioni.

«Cerco sempre di variare, e non capita mai un presepe uguale all’altro. Ce ne sono alcuni a cui mi affeziono di più, e magari li porto alle mostre sperando che non lo acquistino ed invece sono i primi che vengono presi. Altre volte sono più fortunato e i presepi migliori rimangono con me anche qualche anno, ma quando poi me li chiedono so che è giusto che vengano acquistati, anche se un po’ mi piange il cuore».
Con 34 anni di esperienza, frate Oreste Franzetti continua la sua attività senza sosta e con un amore fanciullesco per le sue costruzioni.
«Il presepe, quand’ero bambino, a casa mia l’abbiamo sempre costruito. Sono fortunato di poterlo fare ancora oggi, e continuerò fin dove posso arrivare».