Il Baff a Roma scalda i motori. Presentata l’edizione n° 15

A Busto il “sistema cinema”: una scuola, una Film Commission e un grande eventoIl direttore artistico Steve della Casa ha annunciato che ci sarà un cast di grandi ospiti, tra cui Veronica Pivetti

Baff, alla Festa del Cinema di Roma si svela l’edizione numero 15. Con tanti amici che vogliono bene al festival di Busto Arsizio. Un traguardo importante per la rassegna che rappresenta la punta di diamante del “sistema cinema” di Busto Arsizio. Presentato ieri pomeriggio a Roma, nella prestigiosa cornice dell’auditorium della Lazio Film Commission all’interno dell’Auditorium Parco della Musica, dove si sta svolgendo la Festa del Cinema (qui un’ora dopo il direttore artistico Steve Della Casa ha condotto un evento con Piero Pelù),

il B.A. Film Festival scalda i motori, in mezzo a tanti “vip” che da Busto Arsizio sono passati, passeranno e torneranno (sempre volentieri). Dal vulcanico Riccardo Rossi, uno degli ospiti più amati dal pubblico bustocco, alla già madrina Claudia Potenza, dalla sceneggiatrice Paola Mammini alla giornalista Laura Delli Colli, già al Baff più volte negli scorsi anni, fino alla novità travolgente dell’edizione 2017, Veronica Pivetti, “arruolata” come presidente di giuria del nuovissimo concorso di cortometraggi “Baff in Corto”, che è una delle novità più attese della prossima edizione. Che, per inciso, si svolgerà come già annunciato dal 18 al 25 marzo, confermando quella collocazione ad inizio primavera che ha sempre portato bene.

«È un festival che si fonda su un cast di grandi ospiti che dialogano con un pubblico importante e molto preparato – spiega al mondo del cinema “romano” Steve Della Casa – che prende corpo dai cineforum che resistono e si mantengono vivi, da un istituto cinematografico in fase di grande rilancio e da una Film Commission che lavora sul territorio. Fattori che rendono Busto Arsizio un posto unico». Il presidente di B.A. Film Factory, l’avvocato Alessandro Munari, insiste su questo aspetto distintivo: «A Busto si è creato un “unicum” nel panorama italiano del cinema. È quello che noi chiamiamo il “sistema cinema”, che si fonda su una scuola di cinema, una Film Commission e un festival che è il momento massimo di emersione di questo sistema, in cui si proiettano film in cinque monosale tradizionali, come quelle che c’erano una volta, e in cui la vivacità è garantita dall’apporto dei giovani dell’Icma. Un sistema che crea un indotto diretto e indiretto di interessante valore economico». Saldamente a fianco del “sistema cinema”, l’amministrazione comunale di Busto Arsizio, rappresentata a Roma dall’assessore alla cultura Paola Magugliani, che ha assicurato «continuità nel dare appoggio a questa meravigliosa iniziativa», ma anche tutto l’«impegno nel portare avanti una collaborazione sinergica con il “sistema cinema”». Squadra che vince non si cambia, si dice. Così il team affiatato tra i vari attori del “sistema cinema” e la città trova la consacrazione nelle parole di elogio che i «molti amici premiati a Busto Arsizio» rivolgono ad un festival che rimane nel cuore. Come Riccardo Rossi, che promette di tornare al Baff: «Un festival che ha grande entusiasmo, ci torneremo in simpatia. Quello ricevuto a Busto è un premio importante che ci fa piacere avere sul comodino». O come Claudia Potenza, che ricorda la sua «meravigliosa» esperienza da “madrina”: Una realtà sorprendentemente attiva. Non vedo l’ora di tornarci». Anche Veronica Pivetti (“vittima” del lapsus di Munari che la presenta come “Irene”, tra le risate della sala) non vede l’ora di venire al Baff: «Ma voi date i premi preventivi per non sbagliare? – scherza, con in mano il premio alla carriera per la poliedricità come attrice – mi hanno parlato molto bene del Festival, sono molto contenta di partecipare. Gli auguro di durare e di invecchiare, perché le cose che durano sono quelle più serie». L’attrice sarà presidente di giuria del concorso sui cortometraggi, ruolo che sta già prendendo tremendamente sul serio: «Sono dei piccoli film, embrioni di film e di idee, che non hanno mercato ma che servono molto per fare esperienza e misurarsi con un set. Andrebbero valorizzati di più, magari anche proiettati nei cinema prima dei film. Speriamo che questo concorso serva anche a questo».