Il premio in nome di Farioli Una scossa all’arte in città

Nel 500esimo anno dalla posa della prima pietra del Santuario il ricordo dell’artista bustocco

Nel cinquecentenario della posa della prima pietra del Santuario di Santa Maria, il ricordo del grande artista bustocco Carlo Farioli diventa un Premio artistico per dare una scossa all’arte in città.

Quella di Carlo Farioli (scomparso nel 2013) per la Madonna dell’Aiuto, un simbolo fortissimo a Busto che va oltre la fede religiosa, era una devozione sincera, tanto che «quando tanti anni fa andò in Africa, in una missione di Padre Ambrosoli a Kalongo, in Uganda, dipinse una Madonna dell’Aiuto nera nella cappel«la dell’ospedale» racconta Betty Farioli, figlia dell’artista e presidente dell’associazione Spazio Arte Carlo Farioli nata nello studio dell’artista in via Silvio Pellico. In concomitanza con le celebrazioni per i 500 anni di Santa Maria, l’associazione ha istituito il Premio Arte Carlo Farioli-Città di Busto Arsizio con il patrocinio del Comune.

«Ricordando mio padre ma non solo – annuncia Betty Farioli – vorrei dedicare le targhe dei finalisti a dei grandi personaggi per l’arte a Busto: oltre a quella del primo premio che naturalmente sarà alla memoria di mio padre, quella per il secondo premio a Luigi Bandera, che è stato un grande mecenate per l’arte e non solo, e che è stato un papà per me, che ho lavorato per 14 anni alla Fondazione Bandera per l’Arte, insegnandomi tanti valori che oggi non sono più di moda, come la stretta di mano che valeva più di qualsiasi documento firmato, ma in cui io credo ancora. E quella per il terzo premio ad Aldo Alberti, un grande artista che è stato dimenticato in fretta, un’altra figura che ha lasciato dei grandi insegnamenti».

Insomma, un’iniziativa culturale che vuole andare al di là della figura di Carlo Farioli e dell’occasione religiosa dei 500 anni di Santa Maria: «Il fine è l’arte – insiste Betty Farioli – Busto ne ha bisogno, in un periodo in cui sembra che tutto sia diventato più difficile, più ostico. È una città che ha sempre dato tantissimo all’arte, c’era fermento, c’erano mecenati che potevano permettersi di aiutare gli artisti, adesso invece siamo alla calma piatta,

con tante gallerie d’arte che hanno chiuso i battenti. È un problema di soldi, sì, ma anche di freddezza umana. Non si è più abituati a guardare l’opera d’arte». Non è un caso che nel tema chiave di questa edizione (“…Ecco tua madre…”) ci sia un significato sottinteso di «continuità», come spiega la figlia di Carlo Farioli. «È la frase detta ai piedi della croce, ma la madre non è solo la Madonna, è tutto ciò che dà origine alla vita. La parola chiave è appunto “tenere in vita”».

Nella vita c’è la speranza di una rinascita dell’arte a Busto, concetto che si lega all’idea della continuità nelle generazioni, continuità alla lezione artistica di Carlo Farioli e al tessuto culturale e artistico della città in cui operò. In quest’ottica Betty Farioli ha intenzione di «portare avanti ogni anno questo appuntamento», indipendentemente dalla coincidenza del cinquecentenario di Santa Maria. «I concorsi di pittura si facevano anche in passato, non c’è niente di innovativo, ma vogliamo stimolare e dare una scossa in questa città». L’interesse c’è, se a pochi giorni dall’annuncio dell’istituzione del Premio sono già arrivate una decina di iscrizioni un po’ da tutta Italia, da Modena a Cosenza. Le opere saranno esposte dal 6 al 14 maggio a Palazzo Cicogna, nell’ambito della seconda settimana di celebrazioni per i 500 anni del Santuario di Santa Maria, in concomitanza con una mostra di opere di Carlo Farioli nella sede dello Spazio Arte di via Pellico, poi le opere finaliste saranno in mostra allo Spazio Arte dal 21 maggio al 24 giugno, giorno della festa Patronale di San Giovanni, in cui ci sarà la premiazione.