«Prima o poi l’usura del tempo li farà arrivare anche da noi»

Motori elettrici - Pietro Morrone ci racconta la MP 88 dagli albori ad oggi

Quasi quarant’anni a riparare e riavvolgere motori elettrici: «Ora posso lasciare l’azienda ai miei figli. Per farla crescere ulteriormente». L’orgoglio di padre di , 65 anni, titolare della ditta MP 88 in viale dell’Industria 42, nel complesso della cooperativa artigiana Carva in zona industriale. Da 39 anni lavora in proprio come riparatore di motori elettrici («ho iniziato nel settembre del 1977 in via General Fanti, in centro»), da nove si è trasferito in zona industriale: ora sta pian piano passando la mano ai suoi due figli,

che pur avendo studiato tutt’altro sono ormai entrambi al lavoro nell’officina di papà. Paolo, 28 anni, laureato in scienze motorie, con un’esperienza da massaggiatore «per arrotondare a fine mese», ha imparato a “sporcarsi le mani” con la riparazione dei motori, mentre Sara, 23 anni, diplomata in scienze sociali, dopo un anno di lavoro nei fine settimana in pizzeria, si è messa a gestire la parte di contabilità. «Lascio ai miei figli un’azienda in salute, sarà loro compito farla crescere» racconta Pietro Morrone. La sua è la storia di tanti immigrati venuti dal Sud, che si sono rimboccati le maniche: «Sono arrivato a Busto con mio papà nel ’62 dalla Calabria, abitavamo a Beata Giuliana – racconta l’artigiano – ho iniziato a fare questo lavoro all’età di 15 anni: dieci anni da dipendente, di cui i primi tre da apprendista, poi mi sono messo in proprio». Una “scuola” del lavoro che «ora non esiste più, ed è difficile trovare delle persone da inserire in azienda – fa notare Pietro Morrone – dobbiamo formarle noi, perché anche all’Itis non escono più periti elettromeccanici». Quando il fondatore andrà in pensione, potrebbe servire qualcuno da assumere, perché i figli hanno le idee chiare: «Vogliamo far crescere l’attività, ci sono le potenzialità» ammette Paolo.
La MP88 si occupa di riparazione e riavvolgimento di motori elettrici trifase, monofase e a corrente continua, quelli che vengono utilizzati per le macchine utensili, i compressori, le gru, i condizionatori, i torni, solo per fare degli esempi: ora si sta specializzando anche con i motori brushless di nuova generazione. «Lavoriamo per tutte le grosse aziende di Busto (tintorie, stamperie, ecc.), e lavoravamo anche per quelle che con la crisi sono sparite, ma anche con tubisti ed elettricisti» sintetizza Pietro Morrone. «In quarant’anni sono cambiati i tipi di motore, anche se l’avvolgimento è rimasto sempre identico. Con l’avvento della crisi, ma soprattutto del Made in China, i motori fino ad una certa portata non vengono più riparati ma è diventato più conveniente comprare direttamente il motore nuovo piuttosto che farlo riparare. Un po’ come i vestiti e le scarpe, che una volta si aggiustavano, mentre adesso si comprano nuovi». Paradossalmente, la crisi ha un po’ favorito questo tipo di attività, come ammette Pietro Morrone: «Se i macchinari lavorano meno, le aziende possono anche fermare la produzione per aspettare che il motore venga riparato». Ma le prospettive per il futuro sembrano solide: «Questo lavoro ci sarà sempre. I motori elettrici si utilizzano in tutti i settori e prima o poi l’usura del tempo li farà arrivare da noi».