Lo sguardo di Varese sul mondo

Confartigianato - Le parole del presidente Davide Galli durante il convegno di venerdì a Malpensa

– La “Brexit” al contrario della provincia di Varese: «Abbiamo bisogno di quella stessa forza e convinzione. Per diventare più aperti al mondo». È la provocazione che il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli ha lanciato venerdì a Malpensa, in occasione del convegno “Varese-mondo: andata e ritorno”, in cui l’associazione di categoria ha presentato una ricerca commissionata alla prestigiosa società di consulenza e advisory PwC sul «progetto di territorio» per accrescere l’attrattività del sistema Varese.

Il nostro territorio dovrebbe tendere a una sorta di “Brexit” al contrario: perché quella del “leave” che ha portato la Gran Bretagna a votare per abbandonare la Ue, per Davide Galli, «è stata una scelta politicamente sbagliata, ma quello che vorrei dal nostro territorio è la stessa convinzione e la stessa forza che ha mosso gli inglesi. Dritti all’obiettivo per una provincia che non deve escludere ma inglobare, estendere la propria identità e non chiuderla».

Un percorso per la competitività e la crescita di tutto il sistema territoriale che Confartigianato Imprese Varese ha intrapreso da tempo, avviando nuove forme di collaborazione con le altre associazioni di categoria e scommettendo su modelli innovativi. «In Lombardia vantiamo un’intelligenza operosa, ma non basta – ammette il presidente Galli – solo il mix tra locale e globale, tra grandi aree metropolitane e hinterland è vincente. Lo abbiamo visto dalla ricerca PwC: manifatturiero e terziario, università e istituzioni, grandi e piccole industrie devono procedere di pari passo. Quindi bisogna accelerare i processi di contatto, di conoscenza e integrazione, perché un’economia di mercato non è mai statica».

Varese non lo è di certo, come fatto notare dai ricercatori PwC nella loro relazione. In cui nodi, rete e flussi sono alcune delle parole chiave per interpretare il contesto di sistema da analizzare. Perché, come ricorda la ricerca PwC, «cresce l’importanza per il territorio di “fare rete”, sia attraverso piattaforme di dialogo e concertazione, sia attraverso sistemi di connessioni intelligenti, per mettere a sistema le opportunità legate ai flussi di persone, dati/informazioni, merci, risorse economiche». Qualche dato rilevante è stato messo sul tavolo della discussione. Il fatto, ad esempio, che «Varese è un territorio attrattivo», dato che registra da dieci anni un saldo migratorio positivo, soprattutto di giovani adulti: degli oltre duemila trasferimenti guadagnati nel 2014, il 69% sono persone tra i 18 e i 39 anni, l’84% persone in età lavorativa. Anche l’interscambio migratorio con la città metropolitana di Milano favorisce Varese, ma sempre meno, visto che il trend si sta invertendo. Il rapporto con Milano è fondamentale: dopo Monza, che praticamente è periferia della metropoli, Varese è di gran lunga la provincia che registra il maggior numero di spostamenti giornalieri (126mila circa) verso Milano. In prospettiva, Varese attende grandi opportunità dallo sviluppo degli scenari infrastrutturali: da Malpensa si stima una crescita del 4,6% del traffico passeggeri e del 6,2% del traffico merci da qui al 2020, mentre i corridoi europei in cui il nostro territorio è centrale (Reno-Alpi con l’apertura del Gottardo e Mediterraneo sull’asse tra Spagna e Ungheria) prevedono uno sviluppo del traffico merci, rispettivamente, del 40 e del 76% entro il 2030. Infine c’è il turismo, che a Varese, al netto di Expo, ha registrato un più 31% di arrivi negli ultimi cinque anni.