Ancora 10 minuti e sarà qui Lorena si fa bella, ma non è solo

I fiori sul tavolo della cucina sono freschi delle dieci del mattino e mescolano il profumo di luglio col respiro di Lorena.

I fiori un po’ le mancavano. Le mancavano tante cose nel suo essersi chiusa al mondo. Come il gelato, ad esempio. Non usciva a prendere un gelato da chissà quanto tempo. Lunedì però Riccardo ha insistito nel modo che ha lui di farlo, con estrema cortesia.

Lorena sale le scale diretta al piano superiore.

Aprendo la porta bianca, la stanza vuota si rivela piena di luce. L’hanno ridipinta di un colore arancio, anche se Riccardo non ha spiegato cosa ci vorrà fare. Forse un altro studio, chissà. Lei sa solo che la preferisce di gran lunga così.

Si sistema la camicetta mentre guarda il lago fuori dalla finestra.

Anche i vestiti le mancavano. Nonostante la comodità delle magliette da casa, ogni tanto vestirti bene ti fa stare bene.

Tornata in cucina, si siede al tavolo con un bicchiere d’acqua tra le mani. L’attesa è scomoda e piacevole allo stesso tempo. Si sente un po’ una civetta ad aver prestato così attenzione a capelli e vestiti. Sa che si tratta di attenzioni innocenti, dopotutto non c’è nulla di male a voler apparire bella agli occhi di qualcuno.

È senza trucco, come piace a lui. O almeno come pensa possa piacere. Riccardo in tre settimane si è rivelato un uomo semplice, genuino. Un uomo buono.

Non vuole chiedergli di uscire, forse non ha intenzione neppure di mantenere i rapporti. Vuole solo apparire bella.

Desidera soltanto che l’ultimo giorno che si vedono lui la possa ricordare come una bella donna, felice.

Giusto, le chiavi. Non avrebbe molto senso aspettarlo per consegnargli le chiavi senza averle a portata di mano.

Sciacqua il bicchiere e lo mette al suo posto. Cerca i bicchieri da vino, quelli che non ha mai usato in quella casa quando ancora doveva essere la sua. Il prosecco l’ha comprato con i fiori quella mattina. L’ha preso in centro Varese, in una enoteca di corso piazza Giovine Italia.

Dopotutto lì si sta stabilendo una nuova vita e lei vuole augurare a lui e alla casa che sia una vita migliore di quella precedente.

Anche lei sta entrando in una vita nuova. Con calma, certo, a piccoli passi, ma un poco alla volta si sta riappropriando di alcuni dettagli che aveva escluso, come il sole di questo luglio che diverrà presto agosto ma ha bisogno ancora di qualche ora.

Sente le ruote aderire sull’asfalto arrestando il veicolo. Dalle tende intravede la Volvo grigia. Prende la bottiglia e la posa sul tavolo accanto ai due bicchieri, dirigendosi all’ingresso. Apre la porta.

La sua felicità

Si sente sciocca, e forse lo è davvero.

In realtà non è del tutto amareggiata. È come se avesse visto un film e deciso il finale dopo soli quaranta minuti. Ha fatto tutto da sola.

Un po’ le fa piacere, se dev’essere sincera con se stessa. Lui se la merita la sua felicità.

Torna in cucina prima di essere vista.

L’espressione “a bocca aperta” è impressa sul volto di Claudio.

Una casa grande quanto basta, bella perché semplice. Il lago che si stende poco più giù sembra l’immagine di una cartolina stampata migliaia di volte ma che diventa unica quando la si riceve. Quel posto è la sua cartolina. Tutto è diverso, tutto è imperfetto e su misura per loro.

Il gazebo è già il suo luogo preferito, pur non avendo ancora attraversato il cancello della villetta. Guarda gli occhi castani dietro agli occhiali da sole che danno alla persona che è con lui un’aria così americana.

Riccardo gli apre il cancello e toglie gli occhiali. La donna con la camicetta che sta venendo verso di loro porta in mano una bottiglia di coca cola e tre bicchieri.

Lui sgrana gli occhi lievemente a mandorla dietro agli occhiali. È sudato nella sua polo bianca abbottonata fino al collo, e batte le mani con entusiasmo.

«Beeeeeella. Ma me l’hai fatta la camera per me?».

«Va’ a vedere, è quella arancione». Lo sfida il fratello.

L’uomo di 27 anni ancora bambino ride come chi conosce solo l’innocenza. Senza farselo ripetere corre in casa. La sua nuova casa.

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