Il bello salverà il mondo: metti un genio al piano

In questo periodo che pullula di brindisi prenatalizi di ogni sorta non è facile uscire dalla banalità di prosecco panettone e affini. Eppure qualcuno c’è riuscito, abbinando l’estetismo del design con l’armonia della musica, classica per una volta. E già questo denota grande sensibilità e cultura da parte di colui che ha pensato a questi auguri declinati con eleganza e preziosità.
Parlo di Massimiliano Lapiccirella, che nel suo spazio ove si dispiegano elementi di ricercato design,

ha aggiunto un pianoforte a coda. E già questo, dal punto di vista estetico, è di per sé una riuscita. Ebano e avorio, in perfetto accordo con l’ambiente circoscritto da cristalline trasparenze delimitate da soffuse tonalità di greige. Il pianista, Pier Francesco Fortenza, ha operato la magia facendo scaturire le melodie che si diffondevano nell’ampio spazio incantando il pubblico, letteralmente soggiogato da questo dialogo, colmo di passione e di sentimentali sfumature, tra lui e Chopin, tra lui e Wagner, tra lui e Mozart.
Un’autentica rivelazione questo pianista, che ha superato con onore i più importanti concorsi pianistici internazionali, gratificando i presenti del suo tocco lieve che sa mutarsi in una grande potenza colma di pathos. Ecco un’ennesima prova della forza che il genio può insufflare in persone fragili all’apparenza, che grazie al “duende” si trasformano in giganti.
Un fermo immagine svoltosi in un’atmosfera alquanto surrealista: seduti su confortevoli e lussuosi divani, completamente avulsi dal mondo esterno eppure al centro di uno degli incroci più caotici della città, tramutatosi in un’isola felice il tempo di un’ora. E allora viene da pensare che forse il mondo non è poi tutto così malandato come si ha tendenza a credere, forse siamo ancora in molti ad apprezzare quei valori che gli antichi Greci ci hanno tramandato.
Forse nemmeno questo Terzo Millennio dalla frigida allure che regna sovrana in ambito tecnologico riuscirà a distruggere ciò che le menti dell’Uomo sono riuscite a creare con le loro mani in quanto logico prolungamento del pensiero, facendolo sfociare nel bello tout court. Ecco allora che il potere della bellezza, quella della purezza del design, quella dell’armonia musicale, davvero ci portano a credere che sì, forse Dostoevskij aveva ragione, la bellezza salverà il mondo.