Web: e l’educazione?

Figlia: papà, mi sono innamorata di un ragazzo che vive molto lontano. Io sono in Australia e lui è in Gran Bretagna. Ci siamo conosciuti su un sito web, siamo diventati amici attraverso Facebook, abbiamo fatto delle lunghe chiacchierate con WhatsApp, mi ha fatto la dichiarazione d’amore su Skype e stiamo insieme da due mesi attraverso Viber. Papi, ho bisogno di avere la tua benedizione e che tu mi faccia gli auguri. Padre: Benone! Allora sposatevi su Twitter, divertitevi su Tango, comprate i vostri bimbi su Amazon e pagateli con Paypal. E se un giorno tu ne avessi abbastanza di tuo marito… vendilo su Ebay.

Ho ricevuto questo joke da un’amica londinese, una storiella che la dice lunga sui rapporti sempre più strettamente virtuali che intercorrono fra le persone. Pazzesco come i codici di comportamento siano mutati in nemmeno trent’anni! Quelli che sono nati a cavallo tra l’era dell’umanistica formazione e l’era dell’informatica non sanno bene su quale web stare, ammesso che riescano a navigare. Altro che patente nautica ragazzi, qui si fa sul serio, è un affare megagiga che non lascia scampo, nemmeno ai papy o alle mamy che per poter vedere i nipotini sono ormai condannati ad imparare a smanettare su schermi e telefonini sempre più complicati. Vi ricordate la gioia nello sfogliare i vecchi album di famiglia, quelli ricoperti in pelle o in velluto? Rassegnatevi a vederli esposti in un qualche museo del costume, magari vicino a quello dedicato alle riserve degli indiani.

Certo che a vederla così, oggigiorno dovrebbero tutti essere dei seguaci di Einstein e invece bisogna ammettere che circola una certa aria di cretinismo che pare dilagare sempre più… soprattutto di maleducazione allo stato avanzato che si riscontra in maniera più che evidente nel parco divertimenti del voyeurismo tipo Fb and company. I commenti sono vuoti di contenuto ma debordanti di volgarità che sembra ormai avere la meglio su ogni mezzo di comunicazione, come se ormai non si potesse più intavolare una conversazione senza farcirla di quella foneticamente orrenda, oltre che v…issima, parola con la doppia z. E se noi jurassici iniziassimo a rispolverare esclamazioni del tipo sacripantolina, poffarbacco, fino a osare la più proletaria accidentolina? Magari creeremmo un nuovo trend e potremmo inaugurare un social: goodmanners.com.

Nicoletta Romano

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