Alle origini degli Autogol: «Imitavamo i prof»

I re della risata - Il mitico trio domani sarà al Franco Ossola: «Mai pensato al successo, solo al divertimento»

Alessandro Trolli, Alessandro Iraci e Michele Negroni hanno costruito un piccolo grande capolavoro. Presentati così probabilmente i loro nomi non destano particolare attenzione, ma se semplicemente li riunissimo sotto il nome Autogol capireste tutti di cosa e chi stiamo parlando. Loro sono un trio di giovani ragazzi di Pavia che è salito alla ribalta grazie a brillanti imitazioni, battute e risate sul mondo dello sport. I tre ragazzi hanno vissuto negli ultimi mesi un’ascesa incredibile, prorompente, “mooolto sssimpatttica” per dirla alla Moratti. “Agghiacciande quello che hanno fatto”, direbbe il commissario tecnico Antonio Conte, uno dei loro cavalli di battaglia.

Abbiamo perciò deciso di intervistarli, anche in previsione della serata che animeranno domani allo stadio Franco Ossola di Varese. Dalle radici al successo, senza mai dimenticare passione e divertimento, ne parliamo con Rollo (Alessandro Trolli):

In realtà è nato quasi per gioco, l’altro Alessandro e Michele si conoscevano fin dai tempi delle superiori, si divertivano a fare le imitazioni dei professori. Io poi li ho conosciuti in una compagnia teatrale di cui abbiamo fatto parte tutti e tre assieme. Successivamente, Alessandro è stato preso per uno stage in una radio locale e lì abbiamo iniziato con una trasmissione comico sportiva. Vari spezzoni di quei passaggi in radio li abbiamo poi caricati su Youtube, che è stato il traino per arrivare dove siamo. É giunta in seguito la chiamata di Radio 105 e da lì è cambiato tutto.

Lo abbiamo scelto grazie ad un compagno di università di Michele che era molto bravo nel creare nomi, e noi ne avevamo bisogno per la locandina di uno spettacolo a cui avremmo preso parte assieme al giornalista juventino Zuliani. Fino a quel momento noi eravamo “quelli che facevano le parodie”, in cinque minuti serviva un nome ed è venuta l’intuizione.

In realtà, e sono sincero, non abbiamo pensato mai al successo ma più che altro al divertimento. Credevamo nel nostro potenziale e per questo motivo abbiamo pubblicato sul web i nostri video. Nessuno pensava di arrivare a questo livello ma non ci siamo mai posti un obiettivo, è nato tutto molto naturalmente.

E quando avete capito che la cosa assumeva proporzioni del genere?

Il passaggio vero e proprio è avvenuto quando Radio 105 ci ha chiamato per condurre una nostra trasmissione. Da quel momento siamo stati stipendiati e potevamo considerarlo un vero e proprio lavoro.

Ce ne sono diversi, ognuno di noi ha dei personaggi preferiti: quello più forte è stato sicuramente Antonio Conte, che è un personaggio già di suo, e se viene caratterizzato diventa ancora più forte. Poi le parodie di “Federico Buffa racconta”. Ad Alessandro piace molto Guido Meda oppure il presidente Massimo Moratti, a me piacciono Tavecchio, Abete, la nonna di Florenzi, quelli un pochino più trash.

Si, ad esempio Mihajlovic, ma non solo lui. E devo dire che tutti l’hanno sempre presa con spirito, sempre molto disponibili, mi viene in mente Chiellini, con cui abbiamo avuto la fortuna di registrare un video a Vinovo. É bello vedere che il nostro lavoro è apprezzato anche dalle persone stesse che imitiamo.

In primis ci riteniamo fortunati nel fare quello che facciamo, perché è bello e ci diverte. In secondo luogo, a livello di scrittura, ci alterniamo tutti e tre ed è molto importante per rinnovarsi. Una cosa però è fondamentale: divertirsi nel fare le cose. Anche ora che è sia un lavoro che una passione. É nato tutto per gioco e si è creato qualcosa di unico.