Anche i Roosters imparavano così. «Il -34? Lezione che ci servirà»

Dopo il ko in Lituania parla Toto Bulgheroni: «Certe batoste in Europa ti insegnano a vincere in serie A»

Nella notte tra martedì e mercoledì Toto Bulgheroni ha dormito poco. Capita, a volte. Preoccupato per la Varese reduce dal freddo polare lituano (-34 la temperatura registrata in esterna), penserà qualcuno? No, la risposta è molto più scontata: passione per il basket. Opening night della Nba: «E ho visto una squadra stra-favorita come Golden State prendere 29 punti di scarto da San Antonio, sicuramente inferiore ma capace – con il giusto atteggiamento, con intelligenza e con ottima pallacanestro – di mettere in difficoltà e battere nettamente i vice-campioni della Lega. Una lezione».

Chi avrà il piacere di continuare a leggere questa intervista, tenga ben stretto nella mente questo concetto: lezione. Torniamo al di qua dell’Atlantico, riduciamo le proporzioni, invertiamo gli addendi e atterriamo in Lituania.

Meno 34, si diceva: l’argomento del giorno non può che essere questo. «Abbiamo affrontato un avversario tosto, capace di giocare una pallacanestro di livello europeo e personificato da giocatori con una forza fisica notevole e dalle spiccate qualità balistiche, come da tradizione baltica – attacca Bulgheroni – Tale premessa è d’obbligo: in Europa il basket è questo. E noi martedì pomeriggio abbiamo fatto la conoscenza con una realtà fatta di intensità, fisicità e anche una certa permissività da parte degli arbitri». Una lezione, pagata a caro prezzo in termini di punteggio, ma forse non inutile se incanalata nella giusta direzione.

Flashback: ricordate il cammino continentale dei Roosters 1998/1999, quelli della Stella? Frequenti furono le “paghe” sui parquet extra-italiani prese in quell’annata dagli uomini di Recalcati, che ebbero tuttavia un grande merito: applicare immediatamente le “nozioni” imparate – in termini soprattutto di durezza mentale – nelle domeniche di serie A. Ovvero a un livello nel quale quella competitività “derivata” diventava decisiva per primeggiare.

Con la volontà di paragonare nient’altro che il concetto di fondo, anche Bulgheroni è d’accordo: «Sì, assolutamente. Sono del parere che esperienze come quella dell’altro ieri siano fondamentali per il campionato italiano. Se vogliamo avere una squadra che vinca in trasferta e riesca ad essere competitiva anche con formazioni più forti di lei, bisogna imparare a giocare in un certo modo. L’Europa, in questo senso, diventa una scuola».

Rimane un solo punto da chiarire. E non di poco conto. Certe sconfitte, così come certe vittorie fortunose, hanno il potere di scatenare lo scetticismo. Immancabile la comparsa – piuttosto precoce, a dire il vero – dei “bartaliani” del «Gli è tutto da rifare», così come dei moderatamente preoccupati che chiedono lumi sull’effettivo valore della Openjobmetis versione 2016/2017. A questi ultimi si risponde: «Io continuo a credere che Varese abbia ancora enormi margini di miglioramento,

come collettivo e singolarmente – è la ferrea opinione del consigliere d’amministrazione – Abbiamo giocatori esperti che devono ancora entrare in alcuni meccanismi, e giovani da cui abbiamo già avuto buone risposte (penso sicuramente ad Avramovic e Pelle, ma anche a Johnson) che però devono ancora smaliziarsi. Dobbiamo andare avanti a lavorare: sarebbe bello avere il tempo di “costruire” in allenamento, ma non sempre è possibile. Quello di quest’anno è comunque un bel gruppo, affiatato, che farà tesoro del passivo accusato in Lituania».

La parentesi finale è su Melvin Johnson, citato da Bulgheroni, il cui miglioramento nel rendimento offensivo pare essere una delle (non poche) chiavi per un «”upgrade” generale della compagine varesina: «Un tiratore deve essere messo nelle condizioni di poter tirare in modo proficuo, con la palla che gli arrivi nel modo giusto: in questo momento Johnson sconta una conoscenza reciproca con i compagni sicuramente da affinare. In compenso, però, il nostro “rookie” ha dimostrato doti che vanno al di là della pura e semplice definizione di tiratore: grinta e voglia difendere, per esempio. Ha bisogno di ambientarsi e di giocare tanto, ma ha le potenzialità, l’intelligenza e l’umiltà per emergere».