Bizzi inspiegabile, Rolando sfinisce. Qualcosa non va: Iacolino sa cosa fare

Zazzi, serve grinta. Caccia al vero Magrin. Salvi solo Monacizzo e Careccia. Le pagelle di Gabriele Galassi

Forse l’ha battezzata fuori, forse ci è andato male: un errore inspiegabile e grave, che regala il derby al Como.

Ci dà dentro, spingendo sulla fascia in fase offensiva e mettendoci il giusto spirito e la necessaria concentrazione in difesa.

Un po’ di insicurezza. Ha tutto per ambire a una maglia da titolare più spesso di quanto accaduto nelle ultime stagioni: ma deve volerla con tutte le sue forze.

Quel colpo di testa non era irresistibile e, una volta parato, non ci sarebbe stato nulla da dire, se non di una prova solida. Ma il gol c’è stato e Molino l’ha trovata alle sue spalle: sbavatura che costa cara.

Non stringe su Molino, di fronte a lui, in occasione del gol. Nel resto della partita, raramente affonda sulla fascia, come potrebbe e ci si aspetterebbe.

In un centrocampo così leggero pare difficile poter rinunciare alla sua capacità di battersi per recuperare palloni. Tra l’altro, quando imposta ha piedi certamente educati e piuttosto rapidi.

Il Magrin di Pisa è un’altra cosa. E pure quello delle amichevoli, che hanno fatto dire subito ai tifosi «in regia siamo a posto». Ha esperienza per prendersi in mano la squadra: deve farlo, al più presto.

Per arrivare in alto – un obiettivo per un giocatore di questa qualità – serve anche grinta: giocare sulla punta dei piedi non porterà lontano né lui, né il Varese.

Un altro leader designato della squadra che, fin qui, sta mancando. Porta palla fino allo sfinimento (suo, e soprattutto di chi lo guarda giocare) e non graffia mai.

La prima punta solitaria non sembra adattarsi al suo gioco, fatto di battaglia nella “spazzatura” e sponde con il compagno di reparto. Così, spicca purtroppo la latitanza in zona gol: e per un attaccante del suo calibro è un problema.

Premessa: viene picchiato appena possibile, dunque può far poco. Ma quando ha spazio, si intestardisce come Rolando.

Entrano piuttosto tardi.

C’è qualcosa che non va. Ma c’è qualcuno che sa cosa fare: lui