«Buba cancellò 25 anni di fango»

Salto nella storia - Il 23 agosto 2010 il Varese debuttò in B all’Olimpico contro il Torino, vincendo 2-1

Strappacuore: il gol di Buzzegoli, all’Olimpico, è stato proprio così. E chi c’era, se lo ricorda bene quel 23 agosto 2010. Quel giorno in cui finirono venticinque anni di fango, agonia, disperazione. Venticinque anni riscattati in 14’ minuti buoni: e, chi c’era – dicevamo – se li ricorda meravigliosamente. «Al gol di Buba in quel Torino-Varese, finirono, come per incanto, tutti gli anni di fango e di buio. Per chi, come me, li ha vissuti tutti,

quella palla in rete non è stata solo una palla in rete. No, è stata molto di più. È stata il riscatto di un popolo, quello biancorosso. È stata inimmaginabile, come lo è stata per venticinque lunghi anni e, invece, si è avverata: il Varese è tornato tra i grandi». Il Varese è tornato a vivere. E, a raccontarlo è , uno che gli anni di fango li ha vissuti dal primo giorno. Anzi, dall’ultimo secondo del giorno prima: «Ricordo benissimo quel Perugia-Varese, l’ultima partita prima del buio. I biancorossi retrocessero in C1, e mio padre, tornando a casa mi disse: “Marco, non preoccuparti, torneremo presto”. Beh, quel presto, per noi, è durato un quarto di secolo».

Un tempo infinito, passato a giocare come fossimo una vecchia e sfiorita gloria del mondo del calcio, nei campetti ai confini del mondo. Lì, magari perdendo contro squadre improbabili. «Un secondo prima della punizione di Buzzegoli, ce lo sentivamo tutti che sarebbe successo qualcosa di grande. Un secondo dopo il suo gol, invece, ero finito due o tre gradini sotto. In quel momento non fu solamente una palla ad entrare in rete ma fu la prima vera grande nostra gioia. Noi che non eravamo abituati a cose del genere. Noi, che tutto ciò che volevamo succedesse, non succedeva mai». E, invece, da quel 14’ minuto qualcosa cambiò irrimediabilmente nella storia del Varese. Qualcosa di impalpabile stava succedendo come racconta un’altro tifoso: «Non ce ne rendevamo conto ma, da quel momento in poi nulla sarebbe stato più lo stesso. Avevamo una corazzata in campo: una squadra che poteva permettersi di lasciare Cellini in panchina. Già, ricordo anche il suo palo, assieme alle magie di quel Varese, che sembrava capace di realizzare cose impossibili».

Capace di realizzare un 2-0 (che poi diventerà un 2-1 finale) in casa del Toro, all’esordio nel campionato cadetto. «Il gol di Neto – racconta – è stato un destro chirurgico, partorito da un’azione grandiosa palla a terra, sulla sinistra. Lì c’era tutto il Varese di Beppe Sannino». Quello stesso Varese che arrivava da una promozione dalla C1, conquistata grazie anche al cuore dei tifosi biancorossi. Un cuore, che ha battuto un’altro ritmo da Torino in poi: «Ricordo i pullman e l’arrivo nella città della Mole: scortati dalla polizia in moto. Ci sembrava strano, pazzesco. Comunque devo dire che il Torino, a noi ha sempre portato bene, e speriamo che la partita di oggi a Bormio faccia girare a nostro favore i numeri della cabala ancora una volta». Come quella volta: Olimpico ammutolito e giocatori del Varese sotto la curva a piangere di gioia. n