Bulgheroni ha un figlio in più «Pozzecco porta alchimia e vita»

«Gianmarco per me è come se fosse un figlio: di qualunque cosa vorrà parlare, io ci sarò».

Fra i ringraziamenti e le richieste sincere di vicinanza e collaborazione avanzate dal Poz nel suo esordio da nuovo allenatore della Pallacanestro Varese, Toto Bulgheroni è forse la persona a cui la Mosca Atomica ha voluto riservare le parole più belle. «Ci lega un rapporto che va oltre la semplice amicizia, fra noi ci sono una confidenza e una sorta di simbiosi che sono particolari, forse uniche» racconta l’ex giocatore ed ex patron biancorosso, nonché padre di Edo, numero uno della società proprio all’epoca del mitico scudetto della Stella.

Citazione carica di affetto e significato quella del Poz, che si sposa con la felicità con la quale Bulgheroni ha accolto la decisione dell’amico Gianmarco di tornare a Varese, per cominciare questa nuova avventura. «Quel legame, cementatosi negli anni incredibili vissuti qui da giocatore, Pozzecco lo ha voluto mantenere sempre, sia con me che con tutta la mia famiglia, per cui io sono qui, pronto a confrontarmi con lui su ogni cosa di cui senta la necessità di parlare» sottolinea Bulgheroni. «Sono quindi contentissimo che abbia maturato l’idea di tornare a lavorare qui».

Un ritorno che ha caricato fin dall’esordio l’ambiente del basket varesino, che tanto ovviamente si aspetta dal grande ex, reduce da un’esperienza più che positiva a Capo d’Orlando, seppur in categoria inferiore. «Pozzecco saprà portare un ottimo bagaglio di esperienze, perché in carriera è stato allenato da grandi coach, dai quali sicuramente avrà imparato tantissimo. E poi Gianmarco è un ragazzo onesto, pieno di vita e di entusiasmo, che appare esattamente per quello che è».

Caratteristiche che possono sicuramente farne l’uomo giusto. «Io posso solamente augurargli buona fortuna» commenta Toto, «perché sono convinto che il resto ce lo metterà lui: saprà fare tantissimo». Magari ispirandosi proprio a quella cavalcata straordinaria che Pozzecco e Varese vissero insieme quindici anni fa, fino al tricolore numero 10. «Al di là delle considerazioni ovvie sull’ottima qualità dei giocatori, in ogni ruolo, ciò che più contraddistingue a mio parere quel gruppo che seppe vincere lo scudetto nel ’99 era la chimica straordinaria che teneva insieme tutto» spiega Bulgheroni. «La squadra era unita e sapeva aiutarsi in ogni situazione, perché nel basket non si vince coi singoli e quei giocatori ne erano tutti quanti consapevoli, mettendo da parte qualunque egoismo».

Riflessione che sarà sicuramente utile a Pozzecco nella costruzione del roster biancorosso per la prossima stagione. «La fortuna sta proprio nell’azzeccare gli elementi da mettere insieme, anche se non posso certamente avanzare ipotesi sul tipo di squadra che Gianmarco vorrà creare. Sono considerazioni che spettano in primo luogo a lui e alla società, sulla base del budget a disposizione e nell’abilità di trovare l’uomo giusto nel ruolo desiderato».

Un progetto tecnico tutto da costruire, ma del quale con certezza non farà parte Andrea De Nicolao. «Non sono in grado di entrare nella testa dei giocatori, ma so che questo è un mondo spesso dominato dai procuratori, che fanno sì l’interesse degli atleti, ma – com’è forse giusto che sia – anche il loro. E a volte i ragazzi si fanno condizionare, senza metterci quel pizzico di cuore in più che servirebbe». Cuore che invece il pubblico di Varese metterà al massimo nel sostegno al Poz. «A Gianmarco saranno concessi enorme fiducia e sostegno, ma la gente vorrà sempre e comunque, per prima cosa, una squadra vincente» conclude Toto Bulgheroni.

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