Che il posto in cui si sedeva Peo Maroso guidi i dirigenti

Il commento di Fernando Di Cristofaro

L’uomo più silenzioso, è sempre il più saggio. Perché, quando parla, non lo fa mai per caso. No: lo fa, piuttosto, con cognizione di causa. L’uomo più silenzioso del Varese – e per questo anche il più saggio – è il direttore accompagnatore Pietro Frontini. Una volta, eravamo con lui a chiacchierare in campo, sotto la tribuna centrale del Franco Ossola, e ci disse una frase che ci ritorna in mente lucida e chiara in questi giorni: «Vedete,

lì, nell’angolo più a destra della tribuna? Lì si sedeva sempre Peo Maroso, sull’ultimo seggiolino in alto. Ai margini degli spalti. Lui non stava mai al centro, perché il Varese, e la sua gente, non ammette personalismi. Perché il Peo non era, e non si è mai sentito, al di sopra degli altri tifosi, era uno di loro. Era uno di noi». Poche parole, quelle di Pietro, che racchiudono un mondo intero: quello biancorosso. Fatto di cuore, passione, umiltà, determinazione e classe. Parole che speriamo veramente possano servire ai dirigenti di questo Varese Calcio a scegliere la strada giusta per la propria gente. Perché, dopo gli ultimi terremoti (vecchi e nuovi), dopo gli anni di buio, loro meritano solo il meglio che voi potete dare; anzi, anche molto, ma molto di più. Ora è arrivato il momento di unirsi, di fare fronte comune (tra società e tifosi) per ricreare la stessa forza e la stessa magia del giorno della rinascita. Del giorno in cui, come un uccello rosso e di fuoco, il Varese Calcio è nato dalle ceneri lasciate da Laurenza & company. Ora, chiariti gli assetti societari è il caso di recuperare – correndo – il tempo buttato a inseguire una Lega Pro improbabile, a parlare di quote e di sponsor, a parlare di tutto ciò che gira in torno al calcio, ma che poi calcio non è. Ora, è arrivato il momento di mettere in fila le pedine della fortuna. Le stesse che Stefano Bettinelli mise una dopo l’altra per salvare il Varese nei playout contro il Novara. Le stesse che serviranno a questo, di Varese, per ritornare in Lega Pro, tra i professionisti. E non stupitevi se, dopo questi mesi di incertezze e passi falsi, al ritorno a Masnago non doveste trovare ad accogliervi la stessa gente che c’era l’anno scorso. Perché la fiducia la si regala incondizionatamente una volta sola, e così è stato. Poi, va riconquistata, facendo parlare il campo e i fatti. Per questo, ogni tanto, andare a sedersi sul seggiolino del Peo, non può fare che bene.