«Chi ama il Varese ci sarà, è questione di cuore. Cugini presenti? Ci voleva. Ma non siamo parenti»

Alla pubblicazione dei gironi, Scarpazza ha reagito come fosse già Natale: «Cori, sfotto, goliardia: vale una stagione intera»

Varese e il Varese aspettano questa partita – La Partita – da anni. Stesso discorso per la società, con il vicepresidente Paolo Basile che ha fatto di tutto perché il derby si possa giocare a porte aperte (telecamere accese, servizio di sicurezza potenziato) e possa essere una grande festa: di ieri sera la comunicazione che «Tutte le attività di domenica del settore giovanile saranno sospese per permettere ai nostri ragazzi di essere presenti al Franco Ossola per il derby». Basile, che è anche presidente del settore giovanile, ha così messo la ciliegina su un giorno che deve essere per tutti indimenticabile. E lo sarà soprattutto per i tifosi, che contavano e contano i giorni prima di un nuovo incrocio con il Como.

Tifosi come Fausto Scarpazza, che alla pubblicazione dei calendari ad agosto ha reagito con la stessa gioia con cui si scarta un regalo di Natale: «Quanto mi mancava il derby? Che domande… Tantissimo: il derby è la partita più importante, la sfida che vale una stagione. Ci speravo, ci contavo: non farci incontrare sarebbe stato ingiusto, una partita del genere è il sale di tutto il campionato».

Altri derby, infatti «Non ne esistono, non per me almeno. Le altre, al massimo, sono grandi rivalità: ma il derby è uno e uno solo».

E, finalmente, ci saranno anche i cugini del Como: «Calma, calma: cugini? – precisa Fausto – Non c’è alcun grado di parentela… La presenza dei comaschi ci voleva, renderà tutto più spettacolare: cori, sfottò, striscioni, goliardia; non c’è nulla di più bello. Aperitivo lungo, poi via tra i distinti insieme agli amici: la giornata perfetta».

Attesissimo questo – e il prossimo, e il prossimo ancora – indimenticabile il primo: «2 dicembre 1990 – risponde Scarpazza senza pensarci un secondo – Avevo 15 anni, uno spettacolo dentro e fuori dal campo anche se arrivò una sconfitta: quel derby lo vidi in Curva. Sono passati 30 anni ma l’attesa è sempre la stessa. Anzi, forse è persino peggiorata: la sento sempre di più». Serve un appello alla città: «No, invece: non serve nessun appello. Al derby bisogna venire e basta e chiunque abbia a cuore il Varese non può mancare. Anzi: chiunque abbia a cuore il Varese non mancherà».

Cosa ci si aspetta dalla squadra? «Di giocare da Varese e per Varese – conclude Fausto – Giocare da Varese significa metterci il cuore, capendo che per noi tifosi il derby è tutto: per me, per mio figlio Giacomino, che ha 5 anni e lo sto educando bene. Il Varese è cosa di famiglia; il Varese è questione di cuore».