«Ciao cara e indimenticabile Anna. Hai speso la tua vita per Varese»

È morta Anna Bonsignori, storica segretaria del club: la ricordano commossi Galleani e Pozzecco

«La Pallacanestro Varese era la sua vita». E lei era la Pallacanestro Varese, «come il Toto (Bulgheroni), come l’Aldo Monti, come oggi la Raffaella Demattè, come tutte le persone che lavorano dietro le quinte e spendono la loro esistenza professionale per questa società». E ancora: «Ha svolto il suo compito da segretaria con una professionalità indescrivibile. Riservata, disponibile, una sorella maggiore per tutti coloro che avevano a che fare con lei».

Due ricordi diversi ma in fondo anche uguali, due che valgono per tutto quel mondo che da ieri piange un pezzo della sua storia.

Giovedì sera è mancata Anna Bonsignori, dal 1977 ai primi anni 2000 segretaria della Pallacanestro Varese. Una donna che ha personificato gli uffici amministrativi del club trasversalmente a epoche non sovrapponibili tra loro, con una presenza lieve ma indispensabile, universalmente ammirata. Una colonna portante: «Per me anche un’amica e una confidente- si commuove il grande Sandro Galleani – Svolgeva il suo lavoro con passione, onestà e riservatezza, senza mai apparire. Lei che ha vissuto anche le grandi vittorie aveva tanto gioito per lo Scudetto della Stella, facendo parte del lungo percorso che mise le fondamenta di quel successo».

Proprio l’11 maggio del 1999, un uomo con il naso rotto le dedicò pubblicamente, prima fra tutti, quella scintillante conquista: «Ed è una delle cose più giuste che ho fatto nella mia vita – dice Gianmarco Pozzecco – Lei si meritava lo Scudetto della Stella anche più di noi giocatori e non avrebbe mai avuto la ribalta che si meritava. Con Anna avevo un rapporto stupendo, uno di quei legami che diventano eterni: da giocatore ero sempre al Campus, anche quando non ci allenavamo, e passavo i pomeriggi con lei e con tutti quelli che facevano parte di quella meravigliosa società: era una famiglia allargata».

Nella classifica dell’anima il Poz mette anche un altro istante accostato ad Anna Bonsignori: «Tornai a Varese per la prima volta in maglia Fortitudo e prima della partita incrociai il suo sguardo: era in lacrime, seduta vicino ai miei genitori. Ricambiai i suoi occhi, senza dire una sola parola: noi ci capivamo così. E io non lo dimenticherò mai».