Colpa nostra e di Bettinelli Ora siete contenti?

È tutta colpa nostra: a furia di parlare solo di penalizzazioni evitate, di punti in meno, di squadra fatta da pulcini e brutti anatroccoli, menando il torrone un commento sì e l’altro pure sul fatto di essere iscritti per miracolo alla B, abbiamo trasformato un punto di forza, la fame dei poveri, in un gigantesco alibi: la rassegnazione degli ultimi. Abbiamo convinto troppa gente che il Varese è veramente piccolo, ingenuo, debole e che tutto quello che raccoglie è tanto di guadagnato.

Abbiamo scritto che quattro punti in casa in queste condizioni di precarietà sono qualcosa di straordinario: che errore accettare e certificare la propria debolezza, perché poi parti sempre più scarso di quello che in realtà sei! Abbiamo sempre fatto parlare il cuore, sottovalutando i dieci minuti di black-out a Carpi, e ci ritroviamo con 8 gol subiti in 2 trasferte. Abbiamo accolto con entusiasmo da poppanti il ridimensionamento di ingaggi e la spalmatura dei contratti, dimenticando che insieme ai soldi se ne andava Pavoletti e “perfino” Di Roberto, che ieri sembrava Diego Armando Maradona. Abbiamo accettato dal mercato qualunque giovane, purché fosse giovane, ma evidentemente – guardando le fasce difensive – c’è giovane e giovane. Abbiamo pensato e scritto che bastasse lo spirito di chi allenerebbe il Varese anche in terza categoria, rifiutando persino la A, e invece non è detto che tutti giochino, o vincano, solo per quello e con quello. Abbiamo voluto con tutte le nostre forze che il Varese fosse ancora qui, a qualunque costo e in ogni modo, ma a che prezzo? Abbiamo sempre scritto e saputo tutto noi del Varese, e forse invece non ne sappiamo più nulla. Abbiamo pensato che non criticando, avremmo aiutato i giovani. Abbiamo continuato a fare il nostro lavoro e a difendere la squadra, convinti che non meriti il bastone mentre va sotto, giocandoci amicizie secolari (”Andrea, mi cascano le braccia dopo averti letto”) e facendo la figura dei venduti. Abbiamo sbagliato tutto.

Eppure continueremo a sbagliare e a non abbandonare la nave. A Vercelli (1) si spaccò Taldo e morì il sogno di un vecchio Varese targato Caligaris, (2) Sannino rischiò di perdere la promozione, (3) saltò Castori e salta sempre tutto, e se non salta ci pensa l’arbitro Abbattista.

Restano le abbaglianti maglie rosse con quella V bianca che non smetteresti mai di continuare a guardare, restano i duecento tifosi varesini immensi in quel loro statuario silenzio finale. E una domanda su tutte: se non segna Neto o gli viene un raffreddore che ne è di noi?

Restano due ammonimenti. 1) Fascetti nell’80/81 esordì in B con una squadra baby perdendo 4-1 a Foggia, come poi accade spesso fuori ma tenne duro nel fortino-Masnago, si salvò da quart’ultimo e l’anno dopo nacque il Miracolo. 2) Ma nacque perché fu sostenuto e non gli gettarono la croce di salvatore della patria come accade col Betti. Un vecchio ds biancorosso, di quelli pane al pane e vino al vino, al massimo lo prenderebbe paternalmente da parte e gli direbbe: puntano i terzini e ti fregano? Fai la cosa più vecchia del mondo: indietreggia Corti.

ANDREA CONFALONIERI

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