Consapevoli di valere poco. Ma non si può gettare la spugna

Il punto di Fabio Gandini

La lotta per la salvezza è una condanna comminata in estate dalle scelte che hanno costruito questa squadra, errate alla prova del campo. La lotta per la salvezza è una condanna il cui tempo di esecuzione non dura fino a gennaio, febbraio o marzo: fine pena mai, per tutto il campionato. Ritrovarsi ultimi al termine del girone di andata o a dieci giornate dalla conclusione del ritorno è pertanto fastidioso quanto, purtroppo, fisiologico. Inutile fare gli schizzinosi, inutile gridare allo scandalo: nel destino che ti sei cucito addosso si passa anche da lì, dal fondo. E, sempre lì, è importante non esserci all’ultimissimo giro, non prima.

Per salvarsi la Openjobmetis deve acquistare consapevolezza della propria pochezza: si tratta di un lavoro che spetta in primis ai tifosi. Inutile incazzarsi ora, dopo schiumosi litri di rabbia inutilmente versati nei mesi scorsi, proporzionali alla quantità di aspettative apparentemente tradite. Era già tutto scritto. Era scritto che partecipare alla coppa avrebbe costretto a rinunciare a qualsivoglia ambizione in campionato che non fosse il penultimo posto; era scritto nei nomi di giocatori che si sono rivelati scommesse perse;

era scritto nell’identità di un allenatore che ha giocato personalmente le scommesse perse di cui sopra, mettendoci del suo nel perderle; era scritto – infine – in una dirigenza tecnica che lo ha assecondato, cadendo quindi con lui. Verrà il tempo dei processi, ma è ancora lontano: istituirli oggi significherebbe aver già gettato la spugna. E non ce lo si può permettere. Come deve essere chiaro a tutti che non ci si può permettere alcun intervento sul mercato: ma in che lingua va comunicato che i soldi non ci sono e che la loro mancanza non è un alibi? Invocare la presa di nuovi giocatori, davanti a un budget suppletivo pari a 0 (meno 800 mila…), è andare contro la realtà, è farsi belli con la propria spocchia, con il proprio “io l’avevo detto”, è non capire che se si è arrivati – per l’ennesima stagione – a questo punto, è anche perché si è speso troppo (non solo male) anno dopo anno, pensando solo al presente e compromettendo il futuro in ogni sua possibilità di scelta.