Crotone – Varese 3-2 Le pagelle dei biancorossi

Mai un rigore intuito, mai un miracolo nel momento che può fare la storia, se non di una stagione, nell’orgoglio di squadra e tifosi.

Pasticcio con Blasi su Del Prete che va via e fa nascere il primo gol, ma non lascia quella traccia di luce che ti fa seguire quando scende il buio.

Sei perché c’è sempre e in lui vedi il futuro, sei per il salvataggio su Ishak. Ma se in mezzo alla difesa non urli, non diventerai mai grande.

Pur non commettendo erroracci, non ha ancora il carisma e la guida da ex capitano del Padova.

Bidaoui gli va via nell’azione del 2-1 ma non è quello. È che di fronte a una squadra di ragazzi e prestiti, ci aspetteremmo lo stesso spirito di chi ha una partita per giocarsi tutto.

Spinge, si adatta e balla quando viene rimesso dietro ma sempre da Varese, tirando fuori più di quello che ha con una corsa, un cross, un recupero in più e mai in meno.

Dà la palla dell’1-0 a Pavoletti, salva su Crisetig: sostanza e capacità di morire nelle partite in cui puoi solo morire. Ingenuo sull’espulsione perché non colpisce l’avversario ma dà l’idea di volerlo fare con un’entrata a martello.

Quando lo vediamo giocare non ci sentiamo bruciare dal fuoco: cogliamo freddezza e normalità da un giocatore che è unico, speciale.

Da tutti ma non da lui. Non può essere Blasi, l’unico giocatore da A con Pavoletti, a rovinare tutto nel momento più eroico. Passaggio all’indietro in area, palla gettata e fallo sull’avversario: imperdonabile. Come se Pirlo, con la mossa decisiva, facesse perdere la Juve.

Se hai un’occasione nella vita, devi avere ben altro turbo per coglierla.

17° gol in 17 partite, e poi anche il 18° oltre ad aver fatto anche il terzino e ad aver lasciato l’anima.

Prende l’angolo del 2-2, corre ovunque: ha cuore e palle da Varese.

Entra in una bolgia e non sbaglia i palloni che, invece, a Masnago non mette mai. Gli serviva.

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