Da Bra a Bra, è ancora sfida decisiva. Ci sono da salvare stagione e panchina

Un anno fa il pari contro i giallorossi aprì all’esonero di Ramella. Stesso posto, stesso rischio per Iacolino

Poco più di un anno dopo (era il 9 ottobre 2016), il Varese torna a Bra, un crocevia fondamentale della stagione scorsa, più che altro in negativo. È cambiato davvero molto in un anno solare. Anzi, la situazione si è completamente ribaltata.

Il Varese di Ramella un anno fa arrivò qui da capolista con 13 punti all’attivo, mentre i piemontesi di mister Daidola si presentavano da fanalino di coda con zero punti in classifica. Finì 1-1, con rete di Giovio su rigore e pareggio di Rossi nella ripresa. Un pareggio che costò la panchina ad Ernestino Ramella, sollevato dall’incarico dopo sole sei giornate di Serie D.

Singolare come, ad un anno di distanza, tante cose siano cambiate. Il Bra ora guarda il Varese dall’alto, forte di 18 punti conquistati contro i soli 11 di un Varese protagonista di un avvio di campionato pessimo, per usare un eufemismo. L’anno scorso in panchina si sedette Ramella, poi transitarono Baiano, Bettinelli fino ad arrivare a Iacolino. E, come fu per Ramella, anche per il pluridecorato tecnico piemontese Bra può rappresentare un crocevia.

Dopo dieci giornate è inevitabile constatare che nel suo Varese, nato e partito per vincere il campionato, non sia scattata la scintilla. Sono già arrivate cinque sconfitte, una eventuale sesta potrebbe far saltare la panchina del mister.

Le motivazioni possono essere condivisibili oppure no, ma perdere anche a Bra comporterebbe un cambio inevitabile. In primis perché non sembra esserci grande unità di intenti nello spogliatoio e il gruppo non si è mai cementato realmente.

In secondo luogo, in un mondo che è “comandato” dai risultati, la sesta sconfitta in undici giornate sancirebbe il de profundis sulle ambizioni del Varese di vincere questo campionato, sempre che una fiammella in questo senso arda ancora. A quel punto, avrebbe senso continuare con Iacolino in una stagione senza obiettivi e stimoli di classifica reali?

Considerando anche che, se un cambio di rotta non si verifica nelle prime undici giornate, è difficile trovare poi la chiave di volta nel gruppo e dare nuovo impulso alla stagione. Ovvero, se tra il mister e il gruppo non è scattata la scintilla da luglio ad ottobre, come si può pensare che accada ora dopo cinque sconfitte su undici partite?

È plausibile dunque che il mister si giochi molto del suo futuro in biancorosso a Bra, campo piccolo e stretto che già aveva segnato lo stop all’avventura di Ramella al Varese. Sarà fatale ancora? Certo il Varese non si presenta nelle migliori condizioni, morali e fisiche: Longobardi, dopo un nuovo consulto, verrà operato questa mattina a Luino dal dottor Montoli e sarà fuori per diverso tempo. Molinari ha recuperato dalla botta in testa e sarà a disposizione, ma solo con una apposita protezione. Magrin sosterrà oggi una risonanza magnetica al ginocchio, ma anche lui non ci sarà sabato. Resta a riposo anche Bizzi, nonostante gli esami abbiano dato esito negativo.

L’ospedale da campo del Varese altro non fa che aumentare il coefficiente di difficoltà di questa trasferta.

Il Bra ha cambiato tanto, forse più del Varese, ed è reduce da una serie positiva di risultati davvero interessante: sei partite senza sconfitte, tra cui quattro vittorie e due pareggi. E soprattutto ha una difesa che concede poco, avendo subito solo nove reti, tra le migliori retroguardie del girone. Da Bra e Bra, un anno dopo, il Varese si guarda allo specchio e si ritrova in difficoltà, con il concreto rischio di veder cambiare il quinto allenatore nel giro di un anno o poco più, se contiamo anche Giuliano Melosi.

La speranza è che, a prescindere dalle sensazioni esterne, Iacolino abbia ancora saldo il comando del gruppo, e che lo stesso gruppo segua ancora l’esperto allenatore. Solo così, pure nelle difficoltà, esiste una speranza di andare avanti. Altrimenti, signori, saremmo già al capolinea anticipato di un’altra stagione fallimentare.