Dall’oratorio alla Nazionale. «Il lavoro duro paga davvero»

Intervista a Maximilian D’Auria, tackle dei Gorillas che sabato ha giocato con l’Italia

Classe 1999, 18 anni compiuti da poco, Maximilian D’Auria è già un uomo importante nello scacchiere dei Gorillas Varese, impegnati nel campionato di Seconda Divisione di football americano. Non solo Gorillas però, perché per lui è arrivata anche la convocazione in nazionale under 19 impegnata sabato scorso con una rappresentanza degli Stati Uniti.

Dall’inizio. Ero in oratorio in un pomeriggio come tanti di un paio d’anni fa, Marco Barbaro mi dice che vuole andare a provare a giocare con una squadra di football della zona, i Gorillas, chiedendomi se ero disposto ad accompagnarlo. Siamo quindi andati sul sito, abbiamo recuperato le info necessarie per cominciare e siamo andati al campo a provare.

Non conoscevo nemmeno le regole, abbiamo fatto flag, ovvero il football senza contatto, e mi è piaciuto molto. Dopo qualche allenamento i coach ci hanno chiesto se volevamo provare il vero football, ed eccomi arrivato a oggi.

Tackle sinistro della linea d’attacco.


Sono all’estremità della linea offensiva e mi preoccupo di non far entrare la linea di difesa avversaria sul nostro quarterback così che possa costruire meglio le azioni.

Mi alleno 3 volte a settimana: il martedì e il giovedì con la prima squadra, il venerdì con l’under 19.

Cominciamo quest’anno, stiamo facendo attività di recruiting nelle scuole. Diamo lezioni di football base, facciamo piccole dimostrazioni e chiamiamo chi è interessato a provare; 4 o 5 li abbiamo già reclutati, siamo una decina, dobbiamo ampliarci ancora un po’.


Le difficoltà sono all’inizio. Ero completamente fuori forma, non avevo il fisico per giocare e allenarsi era dura, si prendevano tante botte, ma con il lavoro e il sacrificio tutto si risolve.


Ho fatto solo un raduno perché per gli altri ero impegnato in campionato. Eravamo circa un centinaio, a Firenze, lavoravamo sugli schemi a vuoto con movimenti basilari, la cascata con uomini di difesa, lo scrimmage base. Non pensavo di essere scelto, ma ho avuto la conferma che il duro lavoro paga davvero e sempre.


La difesa ha giocato davvero bene, ma si sapeva che era una partita sbilanciata, loro hanno sempre vinto. Siamo contenti, personalmente ho dato quel che potevo dare, senza esagerare e fare troppo ma nemmeno il minimo indispensabile; ho dato il giusto e spero nella convocazione per la prossima partita, andiamo in Serbia, è fondamentale.

Siamo esordienti in Seconda Divisione, si gioca un altro football perché si passa da 9 giocatori a 11, ci siamo trovati da subito contro squadre importanti ma stiamo migliorando giorno dopo giorno. Adesso ci aspetta la partita la partita con gli Skorpions, andiamo a giocarcela.


Assolutamente sì!

E noi non vogliamo sapere di più…