Dumoulin va in crisi, Quintana in maglia rosa

Il Giro d’Italia ha un nuovo padrone. A vincere la tappa di Piancavallo è Landa, che omaggia Scarponi

Nairo Quintana è il nuovo padrone del Giro, quasi per caso e senza accorgersene. Più per demeriti di Tom Dumoulin che per meriti suoi. Al termine della 19a tappa in cima alla salita di Piancavallo, il colombiano torna a vestirsi di rosa dopo per la seconda volta in questo Giro, pur non attaccando mai, dopo la cronometro del Sagrantino che Nairoman corse con il vessillo da leader. Dopo le parole ambiziose ed arroganti al termine della frazione di giovedì ad Ortisei, Dumoulin è caduto in una crisi profonda sulla salita finale. L’olandese della Sunweb ha perso oltre in minuto da Pinot – apparso il più brillante di tutti – Nibali e Quintana, svestendosi dopo nove giorni della maglia rosa.

È come se quelle parole pronunciate giovedì dopo la tappa, per alcuni da leader della corsa e per altri macchiate di eccessiva spavalderia – siano state un boomerang per Dumoulin, che aveva rischiato grosso già dopo pochi chilometri: la Movistar, formazione di Quintana, e la Bahrain Merida di Nibali si erano lanciate in un attacco congiunto in discesa, seguite da altre squadre, isolando la maglia rosa per oltre trenta chilometri. Sulle prime pendenze del Sella Chianzutan però,

grazie anche all’enorme lavoro di Yates e della Lotto NL Jumbo, Dumoulin era riuscito a rientrare sui Nibali, Quintana, Pinot, Pozzovivo e Zakarin, pagando però lo sforzo. Riavvolgendo il nastro, e prima di tornare ai big, merita un applauso Mikel Landa, corridore basco della Sky che dopo due secondi posti – a Bormio e ad Ortisei – è riuscito finalmente ad arrivare a braccia alzate a Piancavallo: una vittoria giusta, meritata, a coronamento di una fuga che lo ha visto assoluto protagonista fin dalle prime rampe della salita finale.

Un successo che lo stesso Landa, in lacrime dopo il traguardo, ha voluto dedicare a Michele Scarponi, suo compagno di squadra ai tempi dell’Astana. Dietro Landa, la bagarre non si è mai realmente scatenata: la selezione è stata naturale e, nel momento di difficoltà di Dumoulin, quasi nessuno ha avuto le forze per attaccarlo realmente. Quasi, appunto, perché il solo Thibaut Pinot ha avuto le gambe per alzarsi sui pedali ed arrivare da solo con circa quindici secondi di margine sui diretti avversari. I chilometri di salita che il gruppo affronterà oggi, tra Monte Grappa e Foza, potrebbero sorridere al francese, che a cronometro è in grado di difendersi e che in salita negli ultimi due giorni è apparso il più brillante, a sorpresa. Ora la generale vede Quintana guidare con 38 secondi di margine su Dumoulin, 43 su Nibali e 53 su Pinot: un equilibrio di questo genere non si incontrava in un Giro dal lontano 1976, quando quattro corridori chiusero la corsa nel raggio di un minuto. Vinse Felice Gimondi, con 19” sul belga De Muynck, 49” su Fausto Bertoglio e 1’07” su Francesco Moser.

A Quintana un margine del genere non è sufficiente per affrontare la cronometro di Milano i tranquillità, e sarà per lui fondamentale cercare anche oggi di incrementare il margine non solo su Dumoulin, ma anche su Nibali e Pinot, che contro il tempo vanno più forte di lui. È tutto aperto, dunque, e gli oltre quaranta chilometri di salita vera che il gruppo affronterà oggi consegneranno agli annali qualche verdetto in più. Episodio spiacevole in corsa per Eugenio Alafaci: dopo la caduta di giovedì, il corridore di Carnago ha lanciato una borraccia addosso al collega della Movistar Rory Sutherland. Per questa intemperanza di corsa, il corridore della Trek è stato penalizzato di un minuto in classifica ed ha ricevuto una multa di 200 franchi svizzeri.