E adesso cosa si fa per salvare la stagione?

Il punto sul Varese Calcio di Gabriele Galassi

Abbiamo provato a entrare nei perché della crisi del Varese, concludendo che dopo la cacciata (per motivi extra campo) di quasi tutti i giocatori e allenatori del recente passato – legati alla maglia, alla città, al pubblico: chi in un modo e chi nell’altro – sia sparita l’anima biancorossa. Così, la squadra di oggi, importante guardando i singoli curriculum (e anche l’aspetto economico), ma che è così qui come lo sarebbe ovunque, lascia piuttosto indifferente l’unico, vero patrimonio (insieme alla Scuola Calcio, che ieri purtroppo ha registrato il passo indietro di Cosimo Bufano: quando vorrà, potrà e ci saranno le condizioni per tornare, gli si spalanchino subito i cancelli del Franco Ossola) di questa società: i suoi tifosi.

Con loro bisogna affrontare la realtà, per loro bisogna trovare una soluzione, a loro (tutti…) bisogna raccontare la verità. La realtà dice che stiamo ancora guardando, noi compresi, la vetta, lontana “solo” 13 punti; in mezzo però ci sono anche 11 squadre. E che nessuno, noi compresi, stia guardando dietro, con la zona playout a soli 2 punti e la zona retrocessione a 5: la permanenza in categoria non è, né dovrebbe essere, in nessun modo in dubbio,

anche se capita che squadre costruite con l’idea di stare nei primi posti non sappiano poi affrontare un campionato nelle parti basse. Il problema principale, questo sì di cui preoccuparsi, è che di questo passo si rischia di non avere più un obiettivo per cui combattere: a quel punto chi, e perché, potrebbe permettersi (o accollarsi) un impegno economico così importante senza un motivo, cioè un obiettivo, per farlo? La soluzione non è semplice ma servono idee chiare su cosa sia giusto o sbagliato, ma anche su cosa si possa o non si possa fare, fissando nuovi obiettivi e spiegando scelte e intenzioni, chiarendo cosa accade e cosa accadrà.

Raccontando la verità e non aumentando promesse e traguardi (senza raggiungerli), perché così l’entusiasmo se ne va. E con lui l’unico, vero patrimonio biancorosso.