Ecco la Varese 2.0 per cui abbiamo lottato Finalmente il nostro futuro non fa più paura

Il commento di Francesca Caielli

Questa è la Varese 2.0 e, lasciatecelo dire, ci piace tantissimo. E valeva la pena di combattere tutte le battaglie, di prendere tutte quelle posizioni scomode, di schierarci fuori dal coro, per arrivare a questo punto.
No, per carità, fermi tutti: non ci stiamo prendendo alcun merito, non stiamo dicendo che le cose in società sono cambiate grazie agli articoli della Provincia. Non scherziamo. Stiamo dicendo, questo sì, che quando dicevamo con rabbia che le cose là

sopra non andavano bene sognavamo qualcosa di molto simile a quello che c’è adesso.
È partito tutto dal consorzio, che ha deciso di riappropriarsi del suo ruolo – fondamentale, unico, insostituibile – di proprietario ed è tornato a prendere le decisioni che contano, quelle importanti. Un passaggio importante, fondamentale, più volte invocato su queste colonne dalle quali il supporto a Varese nel Cuore mai è mancato è mai mancherà. Alberto Castelli è riuscito a dare al consorzio un’identità che si stava via via perdendo: a dargli una collocazione, a restituirgli importanza e autorevolezza. Ed è riuscito a mettere le persone giuste al posto giusto, definendo finalmente con chiarezza compiti e confini. A partire da Toto Bulgheroni, vero colpo “di mercato” dell’estate biancorossa, passando per un presidente che non si spingerà mai oltre al suo ruolo (poche parole al momento giusto, poca visibilità solo quando serve), passando per il ruolo sempre più importante dato a Ferraiuolo (te lo meritavi, Max) per arrivare a Claudio Coldebella.
Ecco. il dg non è uno che ti conquista con le parole, i sorrisi di facciata e l’empatia: anzi. Però, e questo è davanti agli occhi di tutti, è uno capace di fare le cose giuste al momento giusto. La visita nelle redazioni dei tre giornali che si occupano di Pallacanestro Varese, per esempio. Ma soprattutto un mercato portato avanti in modo serio e silenzioso: nel rispetto delle regole e del lavoro di tutti.
L’acquisto di Maynor e la bella squadra che sta nascendo sono solo una naturale conseguenza di un lavoro fatto a monte. Il futuro di Varese, ora, non fa più paura.