Equilibrio e tanta grinta. Così si esce dalla crisi

Varese Calcio, il punto di Gabriele Galassi

Il mister si è preso le sue responsabilità. La società ha dato la scossa. Il pubblico ha confermato il suo sostegno. Ora, tocca a chi scende in campo.

L’avvio di stagione è stato negativo, c’è poco da girarci intorno: nessuno, dopo queste tre giornate – contro una neopromossa (Borgaro), una squadra allestita in fretta e furia (Como), una che punta a salvarsi (Casale) – si aspettava che il Varese avesse un solo punto. Nessuno, altrettanto, si aspettava che una squadra con qualità e soluzioni potesse produrre così poco: a oggi, il conto delle occasioni dice 4 tiri verso la porta a Borgaro (su 17 tentativi totali: in quell’occasione

mancò la mira); 3 tentativi, di cui due nella stessa azione, su 8 tiri totali contro il Como; 5 (con due gol) su 10 tiri a Casale, dove i padroni di casa invece hanno registrato 12 tiri in porta su 13 tentativi. Il perché, non è semplice da capire. Sicuramente, una squadra così nuova e con possibilità di “fare” la partita ha bisogno di un po’ di tempo: un esempio è la situazione di Magrin, fin qui divorato dalla marcatura costruita apposta per lui dagli avversari (cosa che accadrà per tutta la stagione…). Iacolino sta cercando il “vestito” giusto per una rosa profonda e che offre tante e diverse soluzioni – ci sono due punte centrali importanti e anche ali/esterni che possono fare male – ma che ha bisogno di equilibrio, per poter esprimere il potenziale offensivo e anche reggerne l’impatto. Impatto, ovvero quello che succede quando si difende: lì, inutile dirlo, il Varese sta facendo enorme fatica e, sia nelle amichevoli che in campionato, ha sempre subìto almeno un gol. L’assenza di Ferri pesa, ma non spiega tutto. Gli errori di Bizzi pesano, incidono di più (il derby sarebbe finito 0-0) ma non possono esaurire il discorso. Le chiavi? Equilibrio, come ha detto Iacolino, perché la fase difensiva non si esaurisce a cosa fanno i quattro difensori. E ancora di più, palle: perché la qualità non basta se non ci metti un po’ di grinta. Meno specchiarsi, più sporcarsi.

Il mister sa cosa fare, la società ha ribadito la fiducia, il pubblico ci sarà (anche domenica, rimanendo fuori dal Franco Ossola) sempre. Ora, tocca a chi scende in campo.