Favola Leicester vista da vicino: «Una storia così non capiterà più»

Il nostro inviato speciale - Ecco la giornata di Gabriele Galassi: dalla Provincia al King Power Stadium

Colpo di testa di Morgan, palla in rete, il King Power Stadium esplode e la favola continua. Il Leicester batte anche il Southampton dell’azzurro Graziano Pellè e vola a +7 sul Tottenham a sei giornate dalla fine della Premier League: il sogno è sempre più vicino. Il sogno di una città intera che sta vivendo qualcosa di assolutamente incredibile: «è qualcosa di indescrivibile, che coinvolge tutto il mondo – le parole di Claudio Ranieri a fine partita, quando con grande cortesia ci ha riservato un momento per parlare con noi della Provincia – Ci arrivano lettere da ogni parte del mondo: Canada, India, Thailandia, la nazione del nostro presidente, Cina… Ovunque, la Premier League è seguitissima in tutto il mondo. Una favola, perchè vedere una squadra così piccola combattere e competere contro grandi realtà piace ed emoziona: è Davide contro Golia».

A Leicester, cittadina del centro dell’Inghilterra, per una volta il rugby – qui lo sport per eccellenza – sta lasciando il posto al football. Tutto quello che sentite dire e vi aspettate dallo spettacolo del calcio inglese è vero. La partita è una festa che coinvolge tutti, bambini, giovani, adulti e anziani, senza differenza tra una o l’altra squadra. Prima della gara i tifosi affollano l’esterno dello stadio, colorato soprattutto di blu, il colore di casa, ma intervallato dal biancorosso degli avversari, che dividono senza nessun problema lo spazio con i rivali. Ieri, in occasione del compleanno del proprietario del Leicester, all’esterno venivano distribuiti gratuitamente birra e donut, le classiche ciambelle anglosassoni.

No, i fischi non esistono, nemmeno in direzione dello spicchio di stadio riservato ai tifosi ospiti, che incitano i loro: capita così che una stessa azione riceva il boato di una e dell’altra parte del tifo, contemporaneamente. In Inghilterra si gioca con un solo pallone che, quando finisce tra gli spalti, riscende di mano in mano fino a tornare in campo. Il varesino Andrea Azzalin segue la partita concentrato insieme a Paolo Benetti, secondo di Ranieri: c’ è tensione, come ovvio, ma anche felicità per un’avventura che è sempre più vicina a diventare leggenda. Al fischio finale il pubblico è tutto in piedi per un lungo, caloroso ed emozionante applauso, mentre cantano “We’re gonna win the league”, “stiamo per vincere il campionato”.

E l’ultimo coro, sulle note di volare, è per un allenatore meraviglioso che ha spazzato via tutti i dubbi dei tifosi e che rimarrà nella storia (del club, dell’Inghilterra, del calcio): «Nessuno si aspettava cio’ che sta succedendo – ci racconta in un buon italiano misto inglese Mohamed Khemiri, stewart dello stadio – All’inizio c’erano un po’ di dubbi su Ranieri: non è più molto giovane, non ha vinto molto in carriera… E invece tutti hanno scoperto un grande manager, capace di creare un ambiente tranquillo, rilassato. Ancora adesso è cosi nonostante l’incredibile che sta accadendo. Non fa mai elogi a se stesso ma solo allo spirito della squadra. Ha creato un legame incredibile tra i giocatori e un clima davvero magico».

Magia, pura magia. È quella di una città che sta vivendo un sogno e non vuole svegliarsi. E che corre verso la leggenda trascinata da un allenatore che, prima di tutto, è un vero gentleman, e da un varesino, il nostro Andrea Azzalin, di cui il mister è davvero orgoglioso: «Andrea? Sta migliorando… – scherza Ranieri – Lavoriamo insieme ormai da diversi anni, è un professionista e sono contento sia qui con me. Stiamo vivendo un’esperienza bellissima e un’incredibile soddisfazione personale».