Flop o diesel? Il dilemma davanti ai numeri di Cameron Wells

Peggior inizio di un play titolare negli ultimi vent’anni varesini. E in Serie A solo Mussini ha cifre meno significative

Cameron Wells? Sono anche le nude cifre a bocciare il suo rendimento in questo inizio di campionato. Nessun regista da starting five delle altre 15 squadre di Serie A ha prodotto numeri meno significativi dell’ex Giessen, ad eccezione di Federico Mussini.

Ma non solo: se confrontato con quello dei playmaker titolari che l’hanno preceduto in maglia biancorossa, il suo impatto nelle prime quattro giornate di Serie A è il peggiore nella storia recente della Pallacanestro Varese.

Wells peggio di Spissu (o Stipcevic), di Atsur, di Forray, di Garrett, di Barber, di Smith, di Lafayette, di Fitipaldo, di Dallas e Ronald Moore, di Haynes e di Ruzzier. Ma anche, almeno a livello statistico, peggio di Maynor, Waynes (meglio: Ukic), Robinson, Clark, Green, Stipcevic, Goss, Childress, Passera, Keys, Collins, Becirovic, Mc Cullough, La Rue e Pozzecco, tanto per restare agli ultimi 20 anni.

Premessa doverosa: nessuna chiamata sul banco degli imputati per Cameron. Come già scritto ieri su queste colonne, la Openjobmetis ha il dovere di accordare ancora fiducia al suo playmaker, per tante ragioni: perchè è all’esordio negli italici confini, per quello che è stato il suo valido passato in Germania, per il fatto che una squadra che deve (solo) salvarsi non può permettersi di mettere in discussione un proprio giocatore dopo così poco tempo e infine per un esame di realtà che deve ricordare a tutti quelle che sono le possibilità economiche di piazza Monte Grappa, la quale mai e poi mai potrebbe permettersi di uscire a cuor leggero dal contratto biennale più costoso fra quelli nel roster.

I conti, quelli veri, si faranno alla fine, insomma. Quelli parziali, parzialissimi (scriviamo di appena 4 giornate), però, “dicono” parecchio di chi e cosa (e soprattutto quanto) sta mancando alla Varese di Attilio Caja in questo inizio di stagione. E visto che il raffronto con le aspettative estive (quelle che cucivano addosso al regista di Houston abilità tecniche e produttive non ancora messe in mostra) non è praticabile perché sprovvisto di elementi concretamente misurabili, il termine di paragone con gli altri omologhi del campionato, e con i suoi predecessori, può soccorrere.

Per trovare cifre peggiori di quelle di Wells (ovvero: 5 punti in 25,5 minuti di media col 20% da 2, il 50% da 3, il 50% ai liberi, 4,3 assist e 2,8 di valutazione) bisogna andare a Reggio Emilia e a Federico Mussini, scelto per quattro partite su quattro nello starting five da coach Menetti: il giovane classe 1996 fa peggio di Wells nella valutazione (2,3 contro 2,8) ma lo fa in 17,3 minuti di impiego contro i 25,5 del “varesino”. Lontani gli altri: dopo Mussini (che sta segnando 5 punti a partita) e Wells, il peggiore per quantità di canestri segnati a referto è Toto Forray (6,5 punti di media), mentre per valutazione complessiva il terzo giocatore che va dietro la lavagna dopo i titolari di Grissin Bon e Varese è la guida della Betaland Capo d’Orlando Engin Atsur, con 7,3.

Come già anticipato nell’incipit, il fatturato di Wells è anche il peggiore tra i titolari della regia nella recente storia varesina. Il vituperato Eric Maynor di inizio 2016/2017, tanto per scrivere, si issava a quota 9,8 punti di media e 6 di valutazione: meglio di Cameron in entrambe le voci. C’è chi negli ultimi 20 anni ha segnato addirittura meno dell’attuale numero 22 biancorosso nelle prime quattro giornate: si tratta del Randolph Childress della stagione 2009/2010 (4,5 punti di media a partita), che però aveva ottenuto una valutazione media superiore (5,3).

Delle due una, anche davanti a questi illustri precedenti: o Varese ha pescato davvero male a questo giro nel scegliere la propria guida e il giocatore più importante del suo quintetto, oppure i margini di miglioramento della squadra allenata da Attilio Caja sono ancora grandi.

Anzi, enormi: perché coincidono con quelli di Cameron Wells