Fra onde, canneti e poiane Nel lago senti muoversi le nuvole

La folla del Lido, i colori e i suoni di parco Zanzi e l’eleganza da “lounge bar” di Casa Italia sono un mondo lontano: lì dove si decidono le sorti del Mondiale – fra onde, canneti e poiane svolazzanti – sono il silenzio, la concentrazione e la solitudine a regnare.

Il viaggio in quel campo gara dove ogni vogata può essere il mattone di una vittoria o la tomba di un sogno inizia sotto un cielo che promette pioggia ed in disparte: il molo da cui salpano i mezzi che servono a giudici, volontari ed addetti ai lavori è solo una periferia geografica in questa capitale del remo. Sono quasi le 15, stanno per cominciare i recuperi, il tempo è davvero poco.

Una barca blu, con la scritta “Caronte” vergata in vernice gialla, ci traghetta nella scena operativa: è necessario un quarto d’ora per raggiungere il centro del lago e si va piano per non provocare onde che sarebbero parecchio invise alla Federazione internazionale. A scortarci due giovani volontari della Canottieri Gavirate – Edoardo Cicirelli e Gregorio Mondini – soldati dell’esercito messo in piedi da Giovanni Calabrese per garantire che tutto si svolga alla perfezione, lì dove ogni regata ha la sua genesi.

A ritroso per i 2 km percorsi normalmente dagli atleti ogni 500 metri c’è una torretta per il rilevamento cronometrico, ciascuna abitata da tre ragazzi che spenderanno 8 ore con la sola compagnia di scafi sfreccianti, numeri da annotare e radio gracchianti. Ad un certo punto il motore viene spento e ci si ferma: le imbarcazioni del quattro senza femminile passano talmente vicino da sentire il rumore degli schizzi provocati dai remi. Ai 1000 metri l’Italia è testa a testa con la Romania, poi cederà.

La nostra Mecca è, però, più avanti e appare come un miraggio dove non c’è nulla se non acqua: la partenza di un Mondiale di canottaggio non è altro che tre lunghi moli di legno incastrati fra loro e galleggianti in mezzo al nostro bacino.

L’atmosfera ovattata di questo luogo è interrotta solo dagli altoparlanti che guidano le imbarcazioni alle posizioni designate per lo scatto, oltre a scandire il tempo mancante al via.

«Five minutes to start»: a pancia in giù, per ognuna delle sei corsie, c’è un volontario che tiene fermi gli scafi e mollerà la presa solo al suono acuto del bip. Altri due cercano, con il loro peso, di spostare avanti e indietro la struttura che presiede all’allineamento degli stessi: la perfezione non è richiesta, è semplicemente d’obbligo. In mezzo c’è l’olimpionico Calabrese, un orecchio teso a seguire via radio le indicazioni dei giudici di gara ed un occhio a coordinare il lavoro dei suoi adepti. Ai due minuti il silenzio di tutti è irreale, ai 30 secondi ti sembra di sentire muoversi perfino le nuvole; al via, infine, la quiete viene sconvolta da spruzzi ed incitamenti: per 2 km non ci sarà un domani.

Tutto hanno dato – in mattinata – anche le nostre ragazze dell’otto, la gara più attesa della seconda giornata vista la presenza in acqua dell’orgoglio varesino rappresentato da Ilaria Broggini e Veronica Calabrese. Non è bastato: la nostra giovane ammiraglia si è piazzata dietro Usa, Germania ed Australia e saranno necessari i recuperi di oggi per poter sperare nella qualificazione. Il giudizio è sospeso, in fondo basterà non arrivare ultimi per strappare il biglietto per la finale. Va scritto che la vigilia della nostra Ilaria è stata tormentata: febbre, problemi intestinali non sono una giustificazione cui aggrapparsi, solo un ostacolo oggettivo che la dea bendata ha voluto frapporre tra lei ed un buono stato di forma. La ragazza non ha voluto rinunciare a scendere in acqua: segnale di grinta, la stessa leggibile nello sguardo di una Veronica forse un po’ delusa dal risultato ma determinata a riprovarci. Anche Paolo Braida – allenatore del settore femminile – è fiducioso e rende l’idea dell’alchimia esistente nell’equipaggio: «L’otto è una squadra, basta un niente per risollevarsi».

In tutt’altre faccende affaccendati i turisti che stanno riempiendo in questi giorni la Schiranna. Per loro, da oggi, c’è una possibilità in più per conoscere le bellezze di Varese: il Liberty tour – l’iniziativa messa in campo dall’agenzia Morandi insieme a Comune e Provincia – partirà eccezionalmente da parco Zanzi per soddisfare le richieste degli spettatori del Mondiale. Villa Recalcati, piazza Montegrappa, Giardini Estensi, Palace Hotel, Sacro Monte, Villa Panza, Birreria Poretti e Borgo di Mustonate sono le tappe di un giro che costerà 10 euro e scatterà alle 17.

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