«Francesco ha rischiato la vita. Perché è entrata quell’auto?»

Tragedia sfiorata - Dopo l’incidente alla Tre Valli esplode la rabbia dei sindacati

– È ancora in prognosi riservata Francesco Milana, l’agente del comando di polizia locale travolto martedì al Valle Luna durante la Tre Valli. Ieri si è svegliato, e questa è la buona notizia, e oggi potrebbe venire trasferito in reparto. Ma i medici, per ora, non sciolgono la prognosi. Milana ha il bacino fratturato, tecnicamente si chiama “frattura a libro”. Non serve, crediamo, spiegare cosa quell’auto sfuggita ai controlli e infilatasi nella corsa ha causato.

Un libro, per definizione, si apre. E ci fermiamo qui. Francesco era in servizio, in moto. Barbaramente potremmo dire che “faceva da apri pista” con altri due colleghi. Concretamente possiamo dire che, rischiando la vita, ha evitato una strage. Inevitabilmente il fatto deve spingere a far riflettere sulla questione sicurezza. E il Sulpl incalza: «Volontari impreparati e senza radio per comunicare emergenze. Lo sport va tutelato e la Tre Valli è splendida, ma a va tutelato anche il lavoro degli agenti di polizia locale. È un affare da milioni: possibile non possano pagare dei professionisti ben equipaggiati per chiudere le strade? Noi ci costituiremo parte civile in un eventuale processo. E o ci saranno garanzie e rispetto per il lavoro degli agenti o il sindacato indirrà assemblee in occasione di manifestazioni del genere». E gli agenti potranno scegliere: o la corsa o l’assemblea. E questo sarebbe un grosso problema per gli organizzatoti. Tornando all’incidente, Francesco, si diceva, ha evitato una strage. L’auto viaggiava a circa 80 chilometri all’ora incontro alla corsa. «Francesco era a 15 secondi dal gruppo di testa», spiega Alex Conte, agente, collega di Milana e segretario provinciale del Sulpl, il sindacato di riferimento della polizia locale. «Il gruppo viaggiava a 90 chilometri orari circa – aggiunge Conte – se Francesco non avesse fermato quell’auto rischiando di farsi ammazzare la macchina si sarebbe infilata tra i ciclisti. Abbattendoli come birilli. Senza Francesco avremmo contato i morti. Nel gruppo c’erano dai 10 ai 15 atleti. Una strage». A Milana è andata la vicinanza di tutta la città: «Il sindaco Davide Galimberti e il vicesindaco Daniele Zanzi sono stati molto vicino a lui e al corpo», spiega Conte. E mercoledì sera il consiglio comunale tutto, per una volta in accordo all’unanimità, ha dedicato un lunghissimo applauso all’agente e al suo sacrificio sul lavoro. Ieri però, inevitabilmente, la madre di tutte le domande era una. E una soltanto. Perchè quell’auto era lì? «Il volontario messo a regolare l’incrocio – spiega Conte – verbalizzato ha dichiarato che l’automobilista ha forzato l’alt. La donna alla guida dell’auto, per contro, ha dichiarato che non c’era nessuno». E a questo punto è il sindacato, a livello nazionale, a farsi avanti. Ad alzarsi in piedi «perchè qui leggiamo e sentiamo dichiarazioni senza senso – spiega Conte – e siccome sappiamo che i giornalisti di solito non si inventano nulla, è necessario prendere una posizione forte». In primo luogo «eseguiremo verifiche nostre – spiega Conte – vaglieremo noi i filmati. L’automobilista dice che il volontario non c’era. Verificheremo. Ci sono migliaia di filmati. Si tratta di visionarli tutti. Se il volontario era al suo posto l’accaduto non è meno grave». Conte trattiene a stento un certo nervosismo: un collega ha rischiato di finire ammazzato e avrà davanti mesi di riabilitazione difficilissimi. E in quello che potrebbe diventare uno scaricabarile deve essere chiara una cosa: «Francesco ha fatto il suo lavoro in modo encomiabile», dice conte. Al quale fa eco Zanzi: «Era esattamente dove avrebbe dovuto essere. Era al suo posto, a fare il suo dovere. Rischiando quel che ha rischiato. Se mancanze ci sono state sono state da parte di altri. Sono vicino all’agente e lo sarò sempre». E si torna al punto. L’auto ha forzato l’alt? «Ho colleghe che pesano 50 chilogrammi cinturone compreso che si sarebbero buttate sul cofano dell’auto pur di non farla passare – spiega Conte – pare che qui il volontario non avesse nemmeno la radio e non abbia potuto avvisare nessuno. Il sindacato fornirà a Francesco ogni assistenza legale. Abbiamo letto commenti assurdi. Un’ordinanza del Prefetto, più altre due, sigillavano quel percorso. Non c’erano corsie o direzioni di marcia. L’auto non avrebbe dovuto essere lì. Punto.