«Ho detto sì per aiutare il nostro Varese. Al Franco Ossola si trova una famiglia»

Il “Caccia” è il nuovo presidente del settore giovanile: «Eredito un lavoro meraviglioso. E lo porterò avanti»

Marco Caccianiga, per tutti “il Caccia”, è da ieri il nuovo presidente del settore giovanile del Varese Calcio. Assume una carica che era occupata da Paolo Basile; la società biancorossa ha annunciato la nuova nomina con queste parole: «Il Varese torna alle origini. Varese Calcio comunica che Marco Caccianiga da oggi ricoprirà l’incarico di Presidente del Settore Giovanile biancorosso. Un incarico prestigioso attribuito a un professionista esperto che da sempre ha a cuore la formazione e l’educazione

dei giovanissimi. Anima del “Progetto Bimbo”, progetto unico nel suo genere per il valore attribuito alla psicomotricità per lo sviluppo non solo fisico, ma anche intellettivo dei piccoli, il “Caccia” da oggi seguirà tutte le fasi della crescita dei giovani biancorossi in un percorso che pone al centro i ragazzi che mettono al primo posto il divertimento, l’abnegazione, il fair play e lo spirito di squadra: valori che il Varese vuole trasmettere ai giovani talenti di casa».

Il Caccia ci ha parlato così della decisione di accettare questo nuovo ruolo: «Ho accettato quando ho saputo del fulmine a ciel sereno dell’addio di Cosimo Bufano, che è cresciuto con me nel Varese 1910 e che posso considerare come un fratello. Se la scuola calcio del Varese ora ha questa credibilità, all’interno della regione ma anche in tutta Italia, il merito è di Cosimo Bufano. Ho accettato perché voglio dare una mano a Federico Fumagalli, che è un altro mio figlioccio, e che ha preso il testimone da Cosimo come nuovo responsabile della scuola calcio. Oltretutto mi stimola tornare a fare quello che ho fatto per dodici anni qui al Varese».

A livello pratico, lo stesso Caccianiga ci spiega in cosa consisterà il suo ruolo: «La mia sarà una supervisione su tutta la scuola calcio e su tutto il settore giovanile. Da un punto di vista tecnico non ci si mette becco, perché ci sono istruttori e allenatori che sono super preparati, diventa più che altro un controllo affinché gli obiettivi che si sono dati a inizio stagione vengano raggiunti. La cosa fondamentale è dare sempre più spinta e incentivo alla scuola calcio verso i ragazzi di Varese. Vogliamo tornare ad essere quello che il settore giovanile era ai tempi di Scapini, di Verdelli, di Milanta, di Masini, del compianto Alfredo Speroni, ossia tutti coloro che hanno dato fortissima spinta ai ragazzi di Varese. E, cosa fondamentale, dobbiamo recuperare il rapporto con le realtà del territorio, con le società minori, per stabilire un rapporto collaborativo e non conflittuale. Non siamo il Real Madrid o il Barcellona, siamo il Varese e siamo esattamente come altre società, vogliamo che chiunque varchi il cancello del Franco Ossola si senta parte di questa famiglia, che ha portato soddisfazioni immense alla città e al calcio in termini di risultati».

Inevitabile, in questo senso, una domanda sulle strutture e nello specifico su Varesello: «Io sono rientrato quest’anno per occuparmi dei piccolissimi, qualche giorno fa ho ricevuto questa proposta e ho accettato volentieri. Adesso sta a me capire alcune situazioni e Varesello è una di queste: finora non me ne sono occupato io ma prenderò contatti a partire da settimana prossima. Eredito però una scuola calcio che funziona a meraviglia, Cosimo ha fatto un lavoro meraviglioso, ogni categoria è coperta, il problema endemico resta quello delle strutture a disposizione. Anche sotto questo aspetto però vedo che ci stiamo muovendo molto bene e l’obiettivo – o meglio il sogno – è quello di poter avere una casa unica per tutti quanti».

Le parole sembrano non nascondere un certo ottimismo sotto questo aspetto: «Certo, come dicevo vedo che le cose si stanno muovendo nella giusta direzione. Dopo il circo equestre di pallanuotisti e presidenti vari, insomma queste vicissitudini da mondo del calcio, ho la sensazione che ora i passi siano quelli giusti».