«Ho preso 53 trofei del Varese all’asta. Li regalo al club, così vuole il mio cliente»

L’avvocato Amirante batte Galparoli e ottiene i cimeli dopo il fallimento della vecchia società «Ho agito per conto di una persona che ama questi colori e che ora li consegna ai nuovi dirigenti»

Mentre il Varese è impegnato nell’amichevole con la rappresentativa universitaria giapponese Himeji Dokkyo, il vicepresidente , che era in panchina, esce dal campo e si mette a marciare, a passo spedito, verso la sede biancorossa, vicina all’ingresso principale dello stadio. Il dirigente fa di corsa gli ultimi metri e poi si fionda al computer portatile, già acceso sulla scrivania.

Mancano appena tre minuti alla fine dell’asta online, che vende le coppe del vecchio Varese 1910, e Galparoli non vuole farsi sfuggire almeno i due trofei più significativi, quelli conquistati dai biancorossi di nella loro inarrestabile marcia dall’ultimo gradino della Seconda divisione alla Serie B. Le coppe sono della Lega Pro e una rappresenta il primo posto del 2008-2009, che aveva garantito la Prima divisione, l’altra il secondo posto della stagione successiva con cui il Varese era tornato in B dopo un interminabile quarto di secolo speso nelle categorie minori.

/>Mancano solo pochi secondi alla conclusione dell’asta e Galparoli fa l’ultima offerta per entrambi i cimeli. È fatta. Anzi, no, perché il sito che gestisce la vendita online proroga il termine dell’asta: ci sono altri cinque minuti per portarsi a casa le coppe. Galparoli non intende farsele sfuggire e anche al secondo tentativo è puntualissimo.
Questa volta è fatta? Ancora no perché si ripete lo stesso copione: altri cinque minuti. Il gioco continua allo stesso modo per una mezz’ora buona e all’ultimo secondo ci sono quattro clic contemporanei: due per coppa da due computer diversi. Uno è quello di Galparoli, sempre attento e tempestivo, nonostante abbia appena dovuto rispondere al telefono per coordinare un appuntamento. Il vicepresidente è convinto di essersi portato finalmente a casa i trofei ma, per neppure una frazione di secondo, il vincitore non è lui.
In un’altra parte del mondo c’è qualcuno che sta, almeno idealmente, alzando al cielo le coppe, proprio come, a suo tempo, avevano fatto, davvero, Beppe Sannino, e un gruppo meraviglioso di giocatori unici. «Nooo» esclama forte Galparoli, aggiungendo subito: «Ci tenevo tantissimo, almeno a quelle due coppe che ci hanno regalato emozioni impagabili. Avevo pensato di esporle al Franco Ossola e di riportarle in campo quando avremmo avuto la certezza matematica della promozione in D. E adesso chissà chi se l’è portate via».

Come in un romanzo o in un filmone di quelli in cui, dopo una storia travagliatissima, piomba sulla testa del protagonista il lieto fine, così accade davvero nella sede del Varese. Il telefono di Galparoli squilla e il vicepresidente risponde con la testa ancora all’asta: «Sì, chi è?». Dall’altro capo si sente: «Sono e volevo avvisarti che ho appena acquistato 53 coppe del Varese. Ma sono vostre perché questo è il desiderio di chi mi aveva chiesto di partecipare all’asta, per suo conto». Galparoli ringrazia esplodendo di gioia e, dopo aver salutato l’avvocato commenta: «Un gesto incredibile. Amirante aveva creduto subito nel Varese Calcio e ci aveva aiutato l’estate scorsa ma sentire quello che mi ha detto ora mi riempie il cuore di gioia. Grazie».

Galparoli si fionda a dare la notizia agli altri dirigenti che, alla fine dell’amichevole con la rappresentativa giapponese, sono radunati in sala stampa per la presentazione di , ex direttore sportivo della Pro Patria e nuovo consulente di mercato del Varese.Intanto noi tentiamo di chiamare Amirante ma il suo telefono è sempre occupato. Alla fine ci risponde e, dopo le nostre insistenze, ci spiega: «Ho preso parte all’asta non come tifoso ma come avvocato, su mandato di un mio cliente che ci tiene a restare anonimo ma che ama molto il Varese. Voleva rilevare tutte le coppe, che erano un’ottantina, ma sono riuscito a prenderne solo 53, per motivi tecnici. Se sono rimaste invendute cercherò un modo per acquistarle e girarle al Varese con le altre. Lo facciamo perché il patrimonio sportivo della squadra non deve assolutamente disperdersi e fra l’altro ci sono anche alcune coppe più vecchie delle altre, che erano state ritrovate sopra la lavanderia del Franco Ossola. Sono delle chicche che vanno fatte conoscere ai tifosi».
Amirante non può svelare il nome di chi gli ha commissionato la partecipazione all’asta online e noi possiamo stimare almeno la spesa che è stata fatta: per i 53 cimeli acquisiti dovrebbero essere stati sborsati 1.737,89 euro (cifra lorda, comprensiva dei diritti e delle spese). In pratica circa 32 euro a coppa. Ma il passato e la storia biancorossa valgono molto di più.