Il Como è stato dominato ma ha vinto. Quel cinismo è l’unica cosa che manca

Il punto di Emanuele Barbati

Ragionando a freddo dopo il 2-0 subito dalla Varesina per mano del Como, ci sono alcune considerazioni da fare, che riemergono dal rammarico di aver visto una Varesina (per un tempo) dominante perdere ancora una volta al Comunale.

Prima di tutto: contro i lariani è arrivata la più grande scottatura della stagione delle fenici. Basterebbe aver visto il volto di mister Marzio nel post partita per capire cosa voglia dire essere delusi, amareggiati e arrabbiati per qualcosa che poteva e doveva andare diversamente.

Perché contro il Como anche un pareggio sarebbe andato stretto ai rossoblù, autori di un primo tempo mai visto per gioco, occasioni e dominio territoriale. Dati che, al di là della sconfitta, devono rendere orgogliosi giocatori e staff perché arrivati contro una grande squadra; poi si può dire tutto sul Como, quindi che hanno pensato soltanto a spezzare ritmo e gioco – marcando a uomo anche l’arbitro – invece di provare a impostare una qualche azione offensiva degna di nota, ma i lariani sono questa squadra: brutta e scorbutica, però “sgamata” e cinica nel raccogliere più di quanto si sarebbero meritati. Cosa che alle volte premia, come testimonia la classifica.

Ed è proprio questo essere cinica, che sta mancando alla Varesina formato Comunale. Tanta mole di gioco e di occasioni per tornare negli spogliatoi con poco (1 punto, come contro l’Olginatese) o nulla (Inveruno, Folgore e ora Como); senza dimenticarci del fatto che continua a mancare l’apporto in zona gol di molti giocatori. Apriamo una parentesi a questo proposito: se si vuole essere obbiettivi – cosa spesso difficile -, non si dovranno sentire lamentele verso Giovio. Non questa volta, perché se il portiere avversario tira fuori per due volte il coniglio dal cilindro, cosa può fare un attaccante?

Chiusa la parentesi, è tempo di riportare le altre correzioni da fare: innanzitutto sarà fondamentale migliorare la produzione offensiva, non in termini quantitativi – comunque migliorabili – ma qualitativi.

Oltre allo sbloccarsi dei singoli e al finalizzare di più, occorre gestire meglio le fasi di gioco, perché ci sono dei frangenti dove la Varesina fatica troppo a rendersi pericolosa.

Poi dovranno essere rimpiazzati il prima possibile i giocatori ceduti; in una settimana ne sono partiti 5, dei quali 3 attaccanti (Geraci, Chiarabini e Carpentieri), assenze che hanno portato il tecnico rossoblù ad avere poche soluzioni in panchina. Infine bisognerà crederci. E sempre, perché i 20’ finali non sono stati giocati con lo spirito giusto, quello da Varesina.