Il giorno del “no” arriva. Ma la speranza non svanisce

Con la Lega Pro sempre più lontana la società si sta preparando ad affrontare la serie D

Purtroppo, c’è ancora da aspettare, ma non si andrà tanto lontano. In sede al Franco Ossola si attende soltanto che arrivi l’ufficialità del rifiuto della federazione alla richiesta per la Serie C, ed in quel caso si procederà ad un eventuale ricorso. Le motivazioni del no ormai sono praticamente chiare: la federazione non ha accettato il cambio di sede del Bellinzago in quanto già operato nel 2015. Da regolamento, infatti, è possibile spostare la sede solo ogni due anni,

non ogni anno. In un eventuale ricorso Varese e Bellinzago cercheranno di dimostrare che tale cambio è avvenuto nel 2014 ed è stato comunicato in ritardo, nel 2015. Difficile però che la richiesta venga accolta con tempi così stretti.
L’altro nodo della questione è relativo al nome, perché la denominazione Sporting Varese non sarebbe sufficiente. C’è sempre meno tempo e meno margine di manovra per la Serie C dunque, motivo per cui il Varese ha iniziato a concentrare sempre maggiori attenzioni sulla Serie D. Nonostante ciò, sia domenica allo stadio Franco Ossola che ieri a Bellinzago, i dirigenti del Varese hanno incontrato il patron dei piemontesi Antonio Massaro per fare il punto della situazione. In sostanza, si aspetta qualcosa di ufficiale prima di agire con eventuali contromosse. Quindi si continua a lavorare su due fronti, ci si prepara alla Serie D e si continua a mantenere un lumicino di speranza per il piano di sopra, ma sembra sempre più difficile. La scadenza più impellente è quella del 30 giugno, come già ricordato in varie occasioni: entro questa data dovrà essere versata la fideiussione di 350mila euro accompagnata dalle spese di iscrizione al campionato che ammontano a 95mila.
Per questo motivo, a Varese ci si attende un cenno ufficiale tra oggi e domani, perché altrimenti sarebbe davvero troppo tardi. Nel vertice con Antonio Massaro, è probabile che si sia parlato anche di futuro: non è escluso che il patron del Bellinzago chieda di restare in società anche in caso di Serie D, entrando con qualche quota. Non è escluso, vero, ma allo stato attuale non è nemmeno così probabile. Indiscrezioni interne alla società, forse con un minimo di pretattica, affermano che fino ad ora non si sia parlato con Massaro di una permanenza in Serie D di quest’ultimo. Di certo verrebbe accolto a braccia aperte, è il figlio Marco, attaccante classe 1989 che però dovrà decidere se restare in Serie D con la maglia del Varese oppure accettare la corte di qualche squadra di Serie C meno blasonata. Ora al Varese non resta che attendere che il no sia ufficiale, prima di rimettersi attorno ad un tavolo per decidere le contromosse future. L’importante, e dalle dichiarazioni della società sembra che il pericolo sia scongiurato, è che non si perda ulteriore tempo per programmare la Serie D.