Il Gran Premio non tradisce mai

Alla faccia della crisi che ha massacrato l’ippica ben prima di tanti altri sport. E alla faccia dei tanti guai e perfino delle ben note vicende di cronaca che solo sei mesi fa avevano rischiato di distruggere, in una sola fiammata, un secolo abbondante di storia gloriosa dell’ippodromo delle Bettole.

Corsa sempre affascinante il “Città di Varese”, malgrado siano ormai lontanissimi i tempi in cui l’evento poteva vantare rilevanza tale da meritarsi dirette radiofoniche e televisive.

Poco importa, perché i varesini hanno sempre e comunque voluto bene a questa corsa e ai suoi protagonisti, confermandone il successo anche in una serata come quella di sabato, certamente non facile vista la concorrenza con l’esordio casalingo del Varese al Franco Ossola, contro lo Spezia.

Non c’era la folla straripante che in passato ha spesso caratterizzato le edizioni del Gran Premio, ma le tribune delle Bettole erano comunque piene, nonostante – sottolinea qualche addetto ai lavori – la pressoché totale mancanza in città di spazi pubblicitari e informativi dedicati al calendario di questa stagione estiva di corse varesine.

Quest’edizione numero 63 poteva entrare nella storia, perché al via, con il numero 5, si presentava Zundapp, maschio grigio di 7 anni che negli ultimi due anni aveva dominato la corsa, assicurandosi il bottino, ricco, per i tempi che corrono. Mai nella storia del Gran Premio Città di Varese un cavallo è riuscito a imporsi per tre anni di fila e la tradizione è stata rispettata anche in questo caso, ai danni del purosangue della scuderia Lupayaro, mai protagonista lungo i 2250 metri della pista in erba. Il terreno buono ha forse complicato i piani del campione uscente, reduce dai successi 2012 e 2013 su terreno pesante. I favori del pronostico, del resto, non erano comunque per lui, bensì per il numero 3 Shukal, anche per la monta di Mirco Demuro, fantino che a Varese si è fatto le ossa prima di spiccare il volo verso prestigiosi trionfi anche internazionali.

E invece no, perché forse era destino che quella di sabato sera fosse la serata della tripletta, che è sì sfuggita a Zundapp, ma non a colui che in sella al grigio aveva saputo imporsi nelle ultime due edizioni: Federico Bossa ha vinto ancora una volta, stavolta con Cafaggio, resistendo fin sul traguardo all’attacco di Darling Filly, che ha preceduto Mossiere, per la seconda piazza.

Complimenti allora a chi ha azzeccato la trio 10-14-13, davvero non semplice da “beccare” (il “Città di Varese” è anche Corsa Tris), e appuntamento al prossimo Gran Premio Città di Varese, con la speranza che l’ippodromo delle Bettole possa centrare la scommessa più bella: quella del suo rilancio nel panorama, certamente al momento tutt’altro che roseo, dell’ippica italiana, magari anche attraverso l’approdo sotto le Prealpi delle corse al trotto, di cui tanto si parla ormai da parecchio tempo.

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