La mezza montagna partorisce il mezzo topolino. La quindicesima tappa del Tour de France, che chiude di fatto la seconda settimana, ha lasciato cristallizzate le posizioni in classifica e a giocarsi la vittoria sono stati i fuggitivi di giornata.
Ha vinto Bauke Mollema, settimo all’ultimo Giro d’Italia e compagno di squadra di Alberto Contador, che è scattato dalla fuga a circa 30 chilometri dal traguardo in discesa ed è riuscito a conservare un margine esiguo fino alla fine. Peccato per Diego Ulissi, secondo al traguardo e apparso molto brillante per tutta la giornata. Terzo Tony Gallopin, quarto Primoz Roglic, quinto l’onnipresente Warren Barguil. Grazie alla presenza in avanscoperta, rientra tra i primi dieci della classifica generale Damiano Caruso, italiano del Team BMC. Esce dai giochi, definitivamente, Nairo Quintana, che si stacca in salita e saluta tutti i sogni di gloria, seppur esigui ormai.
Tra gli uomini di classifica, sostanzialmente, non cambia nulla ed i verdetti in montagna sono rimandati ai due tapponi consecutivi di mercoledì e giovedì. L’unico sussulto di questa domenica di Grand Boucle è dovuto ad un attacco di squadra della AG2R, che ha messo in seria difficoltà per molti chilometri la maglia gialla Chris Froome, vittima di una foratura e costretto a recuperare in salita. A rimonta del britannico conclusa, le scaramucce si sono assiepate –
a parte uno scattino di Bardet (apparso il più brillante di tutti) senza pretese – e solo Daniel Martin negli ultimi chilometri si è avvantaggiato di qualche metro, quanto basta a recuperare una posizione in classifica generale e a salire al quinto posto. Scivola via un’altra giornata con salite non impossibili e francamente disegnata male, come tutto il percorso in generale: oggi il gruppo riposerà a Le Puy-en-Velay, prima di riprendere domattina il cammino, ma ancora senza grosse difficoltà altimetriche. 165 chilometri da Le Puy-en-Velay a Romans-sur-Isère, con due Gpm semplici in apertura di tappa e poi una lunga attesa per quello che potrebbe essere uno sprint per ruote veloci.
Si dovrà dunque aspettare mercoledì e giovedì per rivedere le montagne, quelle vere, che potranno decidere questo Tour: Croix de Fer, Telegraphe e Galibier il primo giorno, Col de Vars ed Izoard il secondo. C’è ancora speranza per Fabio Aru, che però negli ultimi due giorni non è apparso brillantissimo e potrà dunque sfruttare a suo favore questo secondo giorno di riposo, per cercare di ritrovare lo smalto dei primi dieci giorni di corsa.