Intanto la Pro Patria rivede la luce Decolla la trattativa per la cessione

Incontro da pollice alto fra Pietro Vavassori e l’assessore allo Sport di Busto Arsizio Alberto Armiraglio. Nulla di definito, ma, quantomeno, per la prima volta si può parlare di un avvio di trattativa

Perché le parti si rivedranno a fine settimana, ed è probabile che il secondo faccia a faccia sia quello risolutivo. Lo impone la ristrettezza dei tempi, con l’iscrizione al campionato di serie D che deve essere depositata entro venerdì 10 luglio; lo dice la situazione economico-finanziaria della società, con il pagamento dei debiti fino al 30 giugno scorso da parte di Vavassori. È sufficiente la buona volontà per procedere, sempreché arrivi la sperata fumata bianca.
La Pro Patria sembra dunque avviata verso il cambio di proprietà, anche se la storia tigrotta insegna che le insidie sono sempre dietro l’angolo: possono sorgere improvvisi i temporali che cambiano scenari mandando tutto all’aria. Insomma, non è ancora il momento di suonare le campane a festa, ma sembrano lontanissimi i rintocchi delle campane a morto.

Non è filtrato molto dall’incontro di ieri: nessun dettaglio su come sia dipanato il vis à vis fra il patron e l’assessore. L’importante è che le parti si siano viste e si siano parlate, e soprattutto che la trattativa esista. Una rarità da quando Vavassori ha messo in vendita la Pro Patria, nel giugno del 2013.
Qualche confronto c’è stato, ma gli interessati si sono sempre tenuti alla larga dai taccuini e mai, pur sbandierando milioni e progetti, si erano seduti attorno ad un tavolo per mostrare le loro intenzioni e anche le loro sostanze.
Stavolta c’è pure una volontà di acquistare e non solo di vendere: è dunque auspicabile che il passaggio delle quote possa arrivare in porto. Se ciò dovesse avvenire, ci sarà da trottare per formalizzare tutto dal notaio, ma anche per mettere in campo le strutture societaria, organizzativa e tecnica.

Ma chi saranno i nuovi soci? Sono circolati diversi nomi, ma, da quanto verificato, al momento in prima linea ci sarebbe solo Patrizia Testa, bustocca, esperta nel campo immobiliare e ben determinata come punto di riferimento della futura Pro. Probabile che si aggreghino altri compagni di viaggio, per un’avventura che vede i colori biancoblù ripartire dai dilettanti e con l’incertezza del processo sportivo in corso.
Ancora una volta ce l’ha fatta la Pro Patria? Facendo tutti i possibili scongiuri,

verrebbe voglia di dire di sì. Come sempre, potrebbe dire qualcuno. A patto che non si inizi con le pretese, che non si antepongano i diritti di contestare ai doveri di sostenere. Che si capisca, si apprezzi e si comprenda che mettere i soldi nel calcio, in un contesto di crisi generale e di abbassamento della credibilità, è quasi da paragonare ad un servizio civile e sociale.
Chapeau a chi ha dentro questa passione, in particolare per i tigrotti. Mai come in questi settimane di tregenda la Pro Patria ha rischiato di rompersi l’osso del collo.