Kuba: «Poz come un papà»

Yakhouba Diawara, capocannoniere del campionato di serie A, racconta i primi mesi del suo ritorno a Varese

Con una media di 26 punti realizzati (28 contro Cantù, 24 contro Pesaro) Kuba Diawara è al momento il miglior realizzatore della serie A 2014/15. Ma per il pubblico di Masnago, il francese è molto di più. È uno dei giocatori più amati, forse il più amato in assoluto: per l’ottimo ricordo che aveva lasciato di sé, per la voglia di tornare manifestata ben prima di mettere la firma sul nuovo contratto, per la strapotenza fisica e la personalità dimostrate in campo in questo fortunato secondo esordio biancorosso.

Sono davvero felice. Abbiamo iniziato con due vittorie, ma la stagione è lunga e abbiamo tanto lavoro ancora da fare. Il nostro è un grande gruppo: abbiamo un coach incredibile, un ottimo staff. E poi al nostro fianco ci sono una grande società e i nostri tifosi: siamo tutti molto soddisfatti in questo momento e vogliamo continuare così.

Per me è come se il palazzetto fosse un’arena e io fossi un leone, pronto alla lotta. Penso che entrare sul parquet e vedere tutta quella gente intorno, che fa il tifo per noi, sia un grande privilegio. Il fatto di giocare qui lo è, insomma, perché questa è una piazza che ha grande tradizione. E il pubblico di Varese conosce il basket, oltre ad amarlo. Per un giocatore trovarsi in Italia, in una città in cui la pallacanestro sta al primo posto e il calcio al secondo, credo sia il massimo.

Tutti noi, insieme, siamo un grande gruppo. Abbiamo lavorato tanto quest’estate, io in particolare per trovare la migliore condizione fisica. E ora il mio desiderio è di vincere qualcosa con la maglia di Varese, regalare gioia ed entusiasmo al nostro pubblico.

È sicuramente troppo presto per dirlo, perché abbiamo disputato finora solamente due partite ufficiali. Però arrivare alla fase finale della Coppa Italia e nelle prime otto in campionato, conquistandoci quindi un posto nei playoff, possono essere considerati al momento i nostri obiettivi principali. Ma ribadisco: è giusto ragionare un passo alla volta.

È vero, la preseason è stata negativa: ma è successo perché Kristjan era infortunato, Andy pure, Craig altrettanto… Tutto quello che succede durante il periodo di preparazione non conta nulla. Il nostro obiettivo era arrivare pronti alla prima partita di campionato, non alla prima partita del precampionato. E ora che stiamo bene, e abbiamo finalmente iniziato a giocare tutti insieme, si è visto come questa squadra possa fare molto bene. Noi lavoriamo tutti i giorni per continuare su questa strada.

Al suo grande cuore, al grande entusiasmo e alle emozioni che prova e trasmette. Mi piace come persona, ancora prima che come allenatore. Per me è come se fosse un secondo padre, un elemento della famiglia. Ci ascolta e ci aiuta, perché è stato giocatore di alto livello anche lui: quindi conosce la pallacanestro dalla nostra prospettiva, sa come e cosa fare. E poi voglio sottolineare che al suo fianco ci sono due grandi assistenti come Ducarello e Jemoli.

Certo, il più semplice: sempre forza Varese!