La Bpm urla Fuck The Cancer con noi

Pallanuoto - Un dono per Erika dalla squadra di capitan Razzi: «So cosa si prova. E sullo Scudetto vi dico che...»

Arrivano in redazione un bel pallone da pallanuoto, autografato dai giocatori della BPM Sport Management, e una lettera firmata dal capitano Andrea Razzi. Anche i Mastini di coach Gu Baldineti – impegnati nel campionato di A1 – partecipano a “Fuck the cancer 1.0”, l’asta benefica organizzata dalla Curva Nord del Varese per ricordare Erika Gibellini. Il ricavato sarà devoluto alla Fondazione “Giacomo Ascoli”, impegnata dal 2006 nel supporto ai bambini affetti da tumore. «È una problematica che ha toccato anche la mia famiglia,

perciò conosco in prima persona le difficoltà che deve affrontare una persona malata – racconta capitan AnRazzi – Mi è anche capitato di incontrare bambini affetti da questa malattia: un’esperienza terribile che fa capire quanto la nostra vita in fondo sia fragile, e soprattutto quanto siamo fortunati a stare bene. Ogni iniziativa finalizzata a combattere il cancro deve vederci in prima linea. A cominciare da noi sportivi».
Ventisette anni, fiorentino, Andrea Razzi, è attaccante e capitano della BPM Sport Management. Battendo sabato scorso il Circolo Canottieri Napoli, i Mastini hanno blindato il terzo posto in regular season: «Credo che questo risultato vada esaltato – evidenzia Razzi – Dobbiamo partire da un dato: rispetto alla scorsa stagione la nostra rosa è stata rinnovata quasi in toto. Con un organico giovane e così rinnovato non era scontato riuscire a migliorare il piazzamento della scorsa stagione. Ma ce l’abbiamo fatta: un anno fa abbiamo chiuso la regular season al quarto posto, questa stagione al terzo».

Ci mancherebbe. Siamo contenti del terzo posto, ma ora vogliamo arrivare in finale Scudetto. Bisogna sempre alzare un po’ l’asticella: se non speri di fare ogni volta qualcosa in più, non puoi praticare sport ad alti livelli.

Negli scontri diretti con loro in effetti abbiamo sempre perso. Ma qualche volta il risultato è stato troppo penalizzante rispetto al gioco espresso. Penso ad esempio alla partita contro il Brescia in campionato: lì la differenza non è stata poi così netta.

Noi ci proviamo. Loro hanno ottimi giocatori in tutti i reparti, giocano un’ottima pallanuoto, cinica, molto difensiva. Chiaro che per batterli devi fare la partita perfetta. Che comunque è nelle nostre corde: io credo molto in questo gruppo.

Per quanto mi riguarda è stata una delle stagioni più difficili, proprio per questo motivo. Quando vai a interrompere un campionato – e non per una settimana o due, ma per un mese e mezzo – è impossibile mantenere la concentrazione sempre ai massimi livelli. Tutte le volte devi ritrovare il ritmo partita, le abitudini che ti porti dietro in una stagione standard. È stato un campionato particolare, e particolari saranno pure i playoff, visto che per la prima volta saranno articolati con la formula della final six (in programma a Sori, “casa” della Pro Recco, dal 25 al 27 maggio ndr)».

Direi entrambe le cose. Certo, bisogna stare attenti perché tutto viene rimesso in gioco. Parlavamo prima del terzo posto in regular season: ma uscire ai quarti di finale renderebbe vano quello che di buono è stato fatto.

Accoglienza fantastica e calorosa. Non possiamo che ringraziare la città, il sindaco e i tifosi. Il loro supporto alla “Manara” ci dà la carica. Speriamo che in futuro la passione per la pallanuoto aumenti ulteriormente, anche in un territorio come questo, dove già esistono importanti società di calcio, basket, pallavolo.

Sono d’accordo. Questo è uno sport che va visto dal vivo.

Pochissimo, a dir la verità. A questi livelli lo sport ti assorbe quasi completamente: allenamento al mattino, poi palestra, e allenamento alla sera. A fine giornata sono cotto. Ma qualcosa ho visto: Busto è una città in cui si vive bene, molto ordinata.

Da quando il ct è Sandro Campagna, la nazionale ha sempre ottenuto risultati importanti. Anche per le Olimpiadi ho molta fiducia nel Settebello, credo che abbia buone chance di andare a medaglia, e ne approfitto per fare un “in bocca al lupo ai ragazzi”. Dobbiamo fare tutti il tifo per loro, prima di tutto perché rappresentano il nostro Paese. E poi un successo del Settebello farebbe da traino a tutto il movimento pallanuotistico.