«La chiamata della Pro? Un onore»

Calcio - L’ormai ex ds del Renate Andrissi tra Busto e Monza: «Ho incontrato la Testa e Asmini: sto valutando»

È ufficiale: le strade del Renate e del direttore sportivo Gianluca Andrissi si separano. La notizia riguarda da vicino anche la Pro Patria, visto che Andrissi è uno dei più seri candidati per il ruolo di futuro d.s. biancoblù.
«Innanzitutto voglio ringraziare il Renate: mi lascio benissimo col presidente Spreafico e il direttore generale Crippa – premette Andrissi – Ma ritengo che non ci fossero più i presupposti per continuare, e per questo ho scelto di non accettare la proposta di rinnovo, che pure mi era stata fatta. Una decisione che ho preso a malincuore dopo una stagione iniziata male, ma conclusa in maniera strepitosa».

Abbiamo ottenuto un risultato davvero straordinario. E la vittoria della Coppa Disciplina è l’ulteriore dimostrazione della serietà e professionalità di quei ragazzi. Con valori umani così spiccati è possibile ottenere traguardi incredibili, come quello che abbiamo raggiunto noi, con un budget non certo ragguardevole.

Le piste aperte sono tante, vediamo…

Non ho mai nascosto nulla, neanche alla mia vecchia società. Ho incontrato la presidentessa Patrizia Testa e Salvatore Asmini, che stimo moltissimo. Per ora però non ho preso alcuna decisione, sto facendo le mie valutazioni.

Non vorrei parlare di progetto, parola fin troppo abusata nel mondo del calcio. Ma certo farò una valutazione dei requisiti della società, a cominciare dalle persone, dalle loro competenze e potenzialità economiche. Perché è chiaro che per allestire un organico di qualità bisogna avere un minimo di budget. Soprattutto è importante che in una società ci sia la possibilità di lavorare sulle risorse umane.

In termini molto pratici: ci vogliono persone in grado di svolgere più mansioni all’interno della società. Per far vincere una squadra in campo, serve una squadra che lavori bene dietro le quinte. Quando c’è una società forte, c’è tutto. Lo si vede a tutti i livelli: dai più piccoli ai più grandi club.

Dipende, può anche non esserlo. È chiaro che la Lega Pro sarebbe meglio, ma anche una sfida come quella di vincere la Serie D può avere il suo fascino. Stiamo parlando della Pro Patria, quindi di una società dal grande blasone. Già il fatto che mi abbiano contattato mi onora.

A Monza ho vissuto anni splendidi e indimenticabili. Che sia legato a quella piazza è sicuro, così come è vero che ho incontrato il presidente Colombo. Ma non posso dire più di questo. Come ho detto, valuterò il da farsi in questi giorni, non ho ancora preso decisioni. Di sicuro sono già pronto a ripartire con entusiasmo.

Un grandissimo allenatore. Competente, conosce i giocatori e sa farsi amare da loro. Ed è anche difficile trovare nel mondo del calcio persone del suo livello culturale.

Una persona eccezionale, umile, che ha a cuore a la Pro Patria e vuole fare le cose per bene. Così come il dottor Tiburzi. So che la signora Testa ha trovato tante difficoltà quest’anno, ma i tifosi biancoblù devono essere solo contenti di avere una presidentessa così. E devono cercare di aiutarla per risollevare le sorti della Pro Patria.

Mi sembra che la presidentessa abbia le idee chiare. Se fossi un tifoso della Pro Patria sarei contento: quando si avvicina al mondo del calcio una persona che ha passione e mette dei soldi, si può solo essere contenti. Soprattutto in un momento come questo.

Conosco Salvatore da una vita: il suo curriculum parla per lui. È una persona competente e ha dei princìpi. Cosa non così comune nel nostro mondo. n