«La Nazionale è un orgoglio. E noi vogliamo ancora crescere»

Il sorriso del presidente della Bpm Sergio Tosi: «La città e l’impianto meritano il tutto esaurito»

La nazionale italiana di pallanuoto è ospite a Busto Arsizio dal 2 gennaio: 8 giorni nella casa della BPM Sport Management per un collegiale con la squadra bustocca, la preparazione alla gara di World League con la Georgia e, il prossimo 10 gennaio, l’incontro vero e proprio. Un evento importante per la città e per la squadra, per questo motivo abbiamo raggiunto il professor Sergio Tosi, presidente di BPM Sport Management.

Per la città e per l’impianto: se lo merita per come è allestito e ci abbiamo messo del nostro. Quando c’è la Nazionale è sempre tutto esaurito, se ci fossero ancora più posti sarebbe meglio ma purtroppo non possiamo superare le 1100 persone di capienza. Avremo poi 40 accreditati tra giornalisti e fotografi. È un peccato, sono convinto che saremmo potuti arrivare anche a 1500.

Molto. Guardiamo già avanti perchè in ottica futura, e penso all’anno prossimo, dobbiamo aggiungere elementi alla nostra rosa. Abbiamo a disposizione 13 giocatori più un giovane ma per fare una stagione, campionato e coppe europee, a questo livello serve una rosa più ampia. Siamo andati a giocare a Recco: aveva un fuoriclasse in tribuna, lo hanno tenuto a guardare la partita. Noi ne abbiamo 13, 11 di movimento e 2 portieri, contando che le squalifiche e gli infortuni sono sempre dietro l’angolo dobbiamo muoverci in quella direzione, quella dell’ampliamento.

Abbiamo sempre detto di voler giocare almeno una finale; siamo fuori dalla Coppa Italia per motivi non legati al campo, abbiamo fatto ricorso e stiamo aspettando l’esito, ma c’è comunque la Coppa e la finale Scudetto per cui non ci sentiamo tagliati fuori: anzi, contiamo di raggiungerla. Prima però c’è l’Oradea per la semifinale europea il 18 gennaio a Busto.

Perchè è lo sport più completo. È lo sport dove l’uomo va a giocare ma torna nel suo elemento dove è stato per 9 mesi: abbiamo tutti un po’ bisogno di ritrovare noi stessi, di tornare alle origini. Nella pallanuoto c’è il combattimento, c’è l’intelligenza, c’è l’unione coi compagni perchè è uno sport di squadra, e poi si gioca in acqua, è difficile. Il problema della pallanuoto è che viene vista poco, abbiamo effettuato una ricerca di mercato che renderemo pubblica tra poco in cui sono usciti spunti interessantissimi.

Tutti vorrebbero vederla di più, soprattutto il pubblico femminile, le famiglie vorrebbero che si giocasse di più, che i figli potessero provare a giocarla, non sempre e solo il calcio. Penso a nazioni come Croazia, Serbia o Ungheria dove ha largo spazio e viene seguita moltissimo, sarebbe bello potesse essere così anche qui. Tutti oggi osannano e richiedono il terzo tempo nel calcio, noi facciamo il quinto tempo da una vita.

Dalla prossima partita con il Torino 81 avremo lo streaming video. L’idea era quella di prendere un canale televisivo ma c’è la necessità di coinvolgere anche altre società e al momento sembra più un’utopia che un progetto realizzabile.

Abbiamo istituito una decina di partnership con società su tutto il territorio nazionale, in questi giorni ci sono anche 4 ragazzi di Jesi, arrivano da una società satellite, che sono a Busto e si stanno allenando con la prima squadra, stamattina li ha visti anche Campagna. A Pasqua convocheremo un altro numero di ragazzi da società satelliti, vorremmo portare nella rosa della prima squadra due o tre giovani promettenti così da ovviare al problema di cui dicevo prima. Non lavoriamo solo alla punta, ma anche alla base.