Lacrime, gol e magia. Il Rasa è pazzesco

Gloria alla Ripoli e alla Valceresio. Onore alle vecchie glorie. Un plauso alla vera passione

«Una cosa mai vista».

Così, lapidario, tra qualche lacrima e un sorriso gigante, Roberto Marchesi dà non una ma “la” definizione di che cosa è stata la finalissima del cinquantesimo Torneo della Rasa. Martedì sera l’oratorio di via San Gottardo è stato il teatro dell’ultima serata della manifestazione calcistica più importante dell’estate varesina: ci sono state partite epiche, strette di mano a leggende, ospiti straordinari. E c’è stata la magia.

Sicuramente quella regalata dal campo. Nella finale riservata ai grandi, lo scettro se l’è preso la Ripoli. Sotto una pioggia di coriandoli e applausi sono stati i verdi della “Macelleria” ad alzare un trofeo prestigiosissimo e, a questo punto storico, superando il Bar Before con un 2-1 arrivato solo dopo i tempi supplementari. Sul terzo gradino del podio, invece, si è seduto il Soriano che si è sbarazzato della Sifra Service con un perentorio 5-0.

Nei premi individuali, davanti a tutti Giacomo Marcon (miglior portiere) e Matteo Amelotti (miglior cannoniere della fase finale con 5 reti). Tra i gli Esordienti, invece, la gloria è andata alla Valceresio che, in finale, ha superato la Rasa con un tennistico 6-1: Varesina e Bosto, invece, si sono dovute accontentare del terzo e del quarto posto.

Magico è stato anche il momento della premiazione delle vecchie glorie del torneo. Delle leggende insomma. Sì, perché davanti al campione ex Sampdoria Luca Pellegrini e con un sottofondo speciale regalato dai due telecronisti di Sky Sport invitati alla serata, Nicolò Ramella e Roberto Prini, l’organizzazione ha voluto rendere omaggio ai giocatori che, in questi cinquant’anni, hanno fatto la storia del torneo e soprattutto ai cinque campioni che, nel 1968, furono tra i protagonisti della prima edizione del Rasa.

Un premio esclusivo quindi è andato a Massimo Centofante, ai tre fratelli Barassi (Giovanni, Dario e Gabriele), e poi ad Adriano Mosele, Mario Fiore, Alessandro Marzio, Filippo Moia, Mirko Borghese e Alberto Tagliabue. Commosso, poi, è stato poi l’omaggio ai cinque eroi del ’68: Rino Bianchi, Cesare Caverzaghi, Alberto Chiari, Costantino Zavattoni ed Eugenio Somaschini, con un riconoscimento speciale anche a Giovanni Donati, storico dirigente della Rasa alle prese con l’organizzazione del torneo fin dalla prima edizione.

«È stata una delle serate più belle nella storia del torneo – racconta Marchesi – in una cornice di pubblico fantastica con quasi mille persone. Voglio ringraziare Ramella e Prini, due professionisti veri. Un grazie anche ai fratelli Soriano e in particolare Andrea, fratello del defunto Gaetano. La loro famiglia da 34 anni sponsorizza il torneo con il primo premio. È stata una super festa, bellissima, con un livello qualitativo di tutte le squadre molto alto. Davvero, grazie».

Viva il calcio varesino, insomma. E viva il Rasa, capace, per mezzo secolo, di regalare divertimento e spettacolo e di tenere accesa la passione per il gioco più bello del mondo. Ci si rivede l’anno prossimo? «Vediamo: la serata di martedì ha regalato belle sensazioni. Chissà…».