«Lavoro e energia. Solo così si esce da questa crisi. Caja sa come si fa»

La ricetta biancorossa di Toto Bulgheroni: «Ora sempre col coltello tra i denti»

La prima prova del fuoco non è stata superata, ma forse pretendere un’impresa del genere già alla prima uscita con un nuovo allenatore era utopico e proibitivo. Certo, i miracoli nello sport sono spesso all’ordine del giorno, evidentemente non in quello del 27 dicembre: Venezia ha dominato per tutta la partita, Varese ha cercato di non sbracare, riuscendoci solo in parte. Il compito di Attilio Caja è molto più complesso del previsto e passa anzitutto attraverso una sfida delicata come quella del 2 gennaio a Cremona. Ci si gioca una buona dose di tranquillità per il futuro della stagione.

Prima di pensare a ciò che sarà lunedì prossimo, riavvolgiamo il nastro e torniamo, insieme a Toto Bulgheroni, al cambio di allenatore consumato settimana scorsa, con l’addio a Paolo Moretti: «Per come sono fatto io – ci confessa Bulgheroni – è stata una decisione molto difficile. Prima di tutto perché, con una persona con cui si lavora e con cui si cerca di risolvere i problemi, si crea un rapporto umano e personale che va salvaguardato. A questa decisione siamo arrivati non voglio dire insieme, però condividendola. Anche lo stesso Moretti si è trovato spiazzato da una situazione in cui i risultati non venivano. Siamo dunque arrivati alla scelta di procedere con il cambio in panchina».

Da Moretti a Caja, per un ritorno al recente passato: «La scelta di Caja è avvenuta perché Attilio è un allenatore che a Varese aveva già dimostrato, in una situazione difficile quanto questa, di saper prendere in mano la situazione e di lavorarci. Alla prima uscita non era facile affrontare una squadra come Venezia che per me è una delle squadre, se non la squadra che gioca la miglior pallacanestro di questo campionato, con ottimi elementi in tutti i ruoli, oltre ad essere ben rodata e ben allenata. Non era la partita cruciale, diciamo. Attilio ha accettato di prendersi questa responsabilità ben consapevole delle difficoltà».

La partita con Venezia ha lanciato però segnali poco incoraggianti: «Anzitutto, e lo ripeto, di fronte a noi c’era una squadra di assoluto valore. E poi, con poco tempo a disposizione, per lavorare e per trasmettere ai giocatori il proprio credo, non era facile, soprattutto se si considera che abbiamo giocato senza due elementi importanti come Chris Eyenga e Luca Campani, che negli ultimi due allenamenti ha iniziato a fare qualcosa in più. Aggiungerei anche, visto che di partite di pallacanestro ne ho viste parecchie, che ho visto un arbitraggio davvero scarso. Anche gli arbitri hanno diritto a fare degli errori, ci mancherebbe, con l’obbligo di utilizzare lo stesso metro da una parte e dell’altra, cosa che martedì non mi sembra sia accaduta. Una cosa che non ho visto in molte decisioni».

Da Varese però ci si aspettava qualcosa in più, specialmente in fase di approccio: «Specialmente nei primi due tempi, la squadra mi sembrava più preoccupata nell’eseguire i giochi che sciolta nel cercare il canestro, cosa che si è verificata più avanti nella partita».

Ora però c’è da affrontare la trasferta di Cremona, un crocevia importante considerata la delicata situazione di classifica dei biancorossi: «Tutti sappiamo che è una partita difficile ed importante. Ed è anche una delle ragioni per cui Caja ha accettato di venire subito, per poter avere dei giorni in più per preparare questa partita».

Una gara, quella di Cremona, che non è per cuori deboli. Anzi, per vincere sarà necessario qualcosa in più sotto l’aspetto della personalità, del carattere, del sacrificio, della voglia di dar battaglia. Tanti ingredienti che finora sono mancati a questa Openjobmetis: «Sono certo che Attilio riuscirà ad infondere a questa squadra carattere, identità ed energia. Tutte le partite d’ora in poi dovranno essere giocate con il coltello tra i denti. Io conosco una sola ricetta per uscire da situazioni del genere: lavoro ed energia».