Lazio-Varese, i tifosi a confronto

Un pubblico ministero alla Procura di Milano e un responsabile ufficio Gip al Tribunale di Varese nelle vesti di tifosi: uno varesino, l’altro laziale

Quanto ci pesa il 3-2, nel 1982 abbiamo perso qui all’Olimpico ed è iniziata lentamente l’agonia del Varese, sino alla resa definitiva nel 1985. Una sofferenza indescrivibile, tra un campetto di paese e l’altro, per venticinque anni. Sembrava un destino irreversibile.
C’è un altro 3-2, quello di Genova: felicità, illusione, baratro. Proprio come a Roma come nel 1982.
Ora siamo qui, per me è la prima volta con il Varese all’Olimpico, grande emozione. E ancora un 2-3 maldigerito dietro l’angolo,

quello di sabato contro il Vicenza,pieno di amarezza. Maledetto “3-2”.
Non giochiamo male, abbiamo sbagliato diverse occasioni: ma dobbiamo guardare al nostro campionato. E anche questa partita dimostra che possiamo affrontare una squadra di serie A, di alta classifica, mettendo insieme buoni fraseggi.
Il nostro è un pubblico ammirevole: in centinaia sono stati capaci di percorrere tutti questi chilometri.
La gente del Varese non retrocederà mai, ma non vuole retrocedere neanche sul campo.
Questa sera riscopriamo la voglia di lottare per la sopravvivenza, e allora tutti a Masnago sabato contro la Virtus Entella: la storia del Varese, che oggi è passata anche dall’Olimpico, deve continuare.

Viene voglia di ricordi in bianco e nero per questa strana partita pomeridiana. La grandezza dell’Olimpico fa da cassa di risonanza per le voci di pochi intimi, appassionatissimi i biancorossi. Sotto la Curva Nord di oggi, che continua a essere un cuore diviso, il 19 maggio del 1966 si infranse il sogno del Catanzaro, arrivato in finale e battuto dalla Fiorentina con un rigore nel secondo tempo supplementare. Ero un bambino coi calzoni corti davanti alla tv.
Ero un giovane con qualche interesse in più quando avevo affrontato Masnago il 17 gennaio 1982 per vedere la Lazio pareggiare con una squadra che mi stava simpatica (e non parliamo del 3-2 a ritorno).
Oggi si potrebbe esordire come nelle vecchie “note”: terreno in ottime condizioni. Gli applausi reciproci, i cori di rispetto tra le tifoserie biancoceleste e biancorossa sono un bel viatico; il rimbalzo tra le curve di «Gabriele uno di noi» il segno di una ferita indelebile.
Che sia partita vera lo dice il lungo riscaldamento delle squadre, reduci da un finesettimana non certo positivo. Pioli e Bettinelli ragionano. Quello che è accaduto conferma che sanno ragionare. Due squadre che probabilmente in questa stagione devono ancora dare il meglio, e che nella partita di ieri lo hanno confermato.
Scrive Stefano Ciavatta, autore di “#vola – il manuale di chi tifa Lazio”: «E se pure in mezzo a dubbi, perplessità, contestazioni e marasmi sentimentali dovessimo venire meno al nostro dovere, non importa: da qualche parte la Lazio è sempre in vantaggio». Ecco, dopo la partita di ieri viene voglia di pensare che da qualche parte, presto, il Varese sarà in vantaggio.