«Le regole mi penalizzano. Ma ho dimostrato di valere»

Varese Calcio - Nel cuore di Claudio Bordin c’è una sola maglia: «Questa è la mia città, questa è la mia squadra»

Ha difeso la porta biancorossa per un’intera stagione con risultati eccellenti. Se, come sembra, il merito sportivo è alla base delle riconferme, dalla panchina al campo, Claudio Bordin potrebbe aver già ampiamente rinnovato l’affitto della porta del Franco Ossola anche per la stagione prossima. Ha dimostrato di essere un grande portiere anche perché, e non è una cosa scontata, ha sempre parato nei momenti decisivi, magari subendo un tiro in porta a partita ma dimostrando in quei momenti una concentrazione eccezionale. Anche il Ragno Nero però, come molti altri suoi compagni, è ancora in attesa di una riconferma: ne parliamo direttamente con lui.


No, al momento no. Ma non sono preoccupato a dire la verità, credo abbiano le loro urgenze dopodiché procederanno con le varie chiamate per discutere con noi giocatori. Non ci siamo fatti promesse, ci siamo salutati a fine campionato con l’idea di rivederci in estate per una eventuale riconferma.

Eccome, Varese è la mia città ed il Varese è la mia squadra. Vorrei restare qui, sto continuando ad allenarmi da solo, a fare palestra. La mia priorità è il Varese.


No, paura no. So che le regole dei giovani in Serie D potrebbero penalizzarmi. Solitamente il ruolo del portiere, in queste situazioni, viene puntellato con il giovane, però io credo e spero di aver dimostrato il mio valore sul campo e mi auguro che sia sufficiente per una riconferma. Mi permetto però di non essere molto d’accordo con questa normativa perché comunque io, come molti altri colleghi, ho 21 anni e rischio di passare come vecchio, mentre al nostro posto potrebbe arrivare qualcuno che giocherebbe solamente in quanto giovane e non perché meritevole. Poi, se un portiere è giovane e anche bravo, tanto meglio.


Tanta, a mio parere è molta di più la differenza tra l’Eccellenza e la Serie D che tra la Serie D e la Lega Pro. In D ci sono tante squadre forti che sanno giocare a pallone, in Eccellenza meno.


É normale che sia necessario qualche innesto per essere nelle posizioni che contano, anche perché il Varese vorrà vivere un’altra stagione positiva e ricca di successi. A mio parere, l’ossatura della squadra non va stravolta e comunque i giovani in Serie D devono essere pronti da subito, c’è poco margine di errore.

I 5000 sugli spalti nel giorno della promozione contro il Vittuone. Una cosa mai vista, soprattutto in Eccellenza ma anche in categorie superiori: domenica ho visto la gara di ritorno dei playoff di Lega Pro tra Pordenone e Pisa, allo stadio c’erano a malapena 3000 persone.


Tanto, è chiaro che quando ero in Primavera sognavo la Lega Pro o la Serie B con il Varese, non voglio essere ipocrita. Però parliamoci chiaro, il Varese è sempre il Varese, in qualsiasi categoria.


Lo stesso. Penso di meritarmelo anche perché sarebbe una rivincita visto che ci sono andato vicinissimo nell’estate 2015, prima del fallimento. Ero nella lista dei giocatori convocati per il ritiro da mister Ramella per un eventuale Varese in Lega Pro. Poi il fallimento ha cancellato tutto e siamo ripartiti dall’Eccellenza.

Certo, ora non ho intenzione di pensare a nessun’altra società che non sia il Varese.