«L’entusiasmo ritrovato sarà il nostro nuovo punto di partenza»

Toto Bulgheroni guarda subito al futuro: «Al lavoro al più presto con una base già importante: coach Caja»

Una stagione che, in termini di obiettivi raggiunti e non, volge al termine. Varese è salva, viva Varese. Varese non va ai playoff, viva Varese lo stesso.

La sconfitta del Taliercio di Mestre sbarra definitivamente ai biancorossi la strada verso la postseason che, per la quarta stagione consecutiva, i tifosi di Varese vedranno dal divano. È capitato, quasi sullo stesso filone, che nelle ultime annate si buttasse via la prima parte per poi prodigarsi in rimonte infrante all’ultimo.

Serve un passo avanti ma la fiducia per un bel futuro, indubbiamente, c’è.

«Valore alla nostra rinascita»

Così come ci sono delle garanzie, una di queste è Toto Bulgheroni: non ha mai “sbracato” durante la stagione, ha messo la sua esperienza e il suo carisma al servizio della parte sportiva, che con pazienza è riuscita a risollevare una stagione ad un tratto nerissima, senza farsi assalire dagli isterismi del mercato e dagli spettri della retrocessione.

Varese è salva, lo è già da una giornata e con tre turni di anticipo: questo basterebbe a sorridere ora, il peggio è passato. La speranza è anche una dichiarazione di Attilio Caja nel post Venezia-Varese, questa: «Abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari con la seconda in classifica e questo valorizza il lavoro fatto in questo nostro girone di ritorno».

Da qui, da questa prestazione e da questa sensazione, ripartiamo, parlandone con Bulgheroni: «Abbiamo giocato una partita nella quale siamo rimasti nel match fino alla fine, purtroppo in due o tre momenti ci è girata male: penso al canestro da tre di Filloy con fallo tecnico di Maynor, che ci è costato otto punti in un minuto. Oppure quando sul più sei per noi abbiamo avuto in mano tre palle per allungare e non abbiamo segnato. Da quel momento siamo rimasti un po’ a corto di benzina e la Reyer ha avuto la meglio nel finale. Eyenga non è stato nella sua serata migliore e avrebbe potuto dare una mano a Maynor e Johnson: eravamo ancora pari a 77 punti a pochissimi minuti dalla fine. Questo significa che sì, ce la siamo giocata alla pari con Venezia e questo è un buon segno».

Un lavoro positivo che non va dilapidato: «Abbiamo perso contro la seconda in campionato, che ha un budget triplo del nostro, con giocatori di grande qualità e forza. Il dato molto positivo è essere riusciti a rimanere in partita fino alla fine».

«Ora si parlerà coi giocatori»

Un passo in avanti, concreto e non a parole, che però non è bastato per completare la rimonta ai playoff: «Diciamo che raggiungere i playoff sarebbe stato per noi come vincere il campionato. Siamo purtroppo partiti troppo tardi nella nostra rimonta».

Ora, come in altre stagioni, c’è il tempo e lo spazio per programmare da adesso in vista dell’annata che verrà: «Questo è certo, adesso abbiamo solo bisogno di sapere quali saranno le risorse a disposizione, oltre ai programmi che hanno i giocatori e i loro agenti. Trattiamo dunque un discorso complicato, che potremo però affrontare già tra poco. Lavoreremo fin da subito, comunque, con una base di partenza che è la conferma di Attilio Caja».

L’ago della bilancia della stagione, con due partite ancora da giocare ma a obiettivi raggiunti e raggiungibili ormai esauriti, pende comunque più dalla parte del sorriso: «Obiettivamente abbiamo iniziato una stagione anche un po’ sfortunata, con risultati pesanti sulla schiena da digerire. Il fatto di essere riusciti a raddrizzare la situazione, di aver migliorato il gioco e di aver ricreato entusiasmo e partecipazione ci fa solo ben sperare per il futuro, è importante. E l’entusiasmo, più che un’eredità, è un punto di partenza dal quale riprendere il nostro cammino».