Mai vista una resurrezione così

Cinque vittorie in fila partendo dall’ultimo posto sono un record italiano eguagliato per i biancorossi

Cinque vittorie in fila? È un bel risultato, non c’è che dire. Ma ci sono riusciti in tanti. Allora alziamo l’asticella, proprio come ha fatto la Varese di Attilio Caja: cinque vittorie in fila partendo dall’ultima posizione della classifica? Prima di domenica era successo solo una volta. Negli ultimi trent’anni.

La Openjobmetis Varese 2016/2017 eguaglia un piccolo ma significativo record nella storia del basket italiano.

Dal 1986/87, anno agonistico dal quale sono disponibili le statistiche complete della Legabasket, e considerando solo le stagioni regolari, l’unica squadra ad essere capace di vincere cinque partite una dopo l’altra scattando dai blocchi “infangati” di fondo graduatoria è stata la Sidigas Avellino di Cesare Pancotto nel campionato di serie A 2012/2013.

Gli irpini iniziarono la stagione con Giorgio Valli in panchina (record 2 vinte e 5 perse), poi passarono a Gianluca Tucci (2 successi su 8 gare) e infine approdarono all’allenatore nativo di Porto San Giorgio, compiendo una vera svolta. Alla 3° giornata di ritorno la formazione che schierava – tra gli altri – l’ex varesino Linton Johnson (e con lui giocatori del calibro di Biligha, Lakovic, Richardson, Spinelli e Kaloyan Ivanov) si trovava in ultima posizione a quota 8 punti (insieme a Pesaro e Biella).

Alla quarta di ritorno i campani batterono la Vanoli Cremona, bissarono il turno successivo contro Cantù, fecero tris con Sassari, poker con Biella e pokerissimo con Brindisi, prima di tornare sulla terra contro Bologna nel recupero della 5° giornata di ritorno, giocato il 27 marzo 2013. La scalata in classifica fu naturale conseguenza: i campani passarono dal 16° al 14° posto, terminando poi la stagione regolare in decima posizione a quota 26 punti, 6 in meno della soglia playoff.

Dove l’abbiamo già visto un recupero del genere (posto che il campionato non è ancora finito)? Già, quest’anno sotto al Sacro Monte. La Varese che con Capo d’Orlando ha inanellato la quinta perla eguaglia un primato statistico di primo ordine. Partita anch’essa dietro a tutte le altre contendenti (al termine della 19° giornata – sconfitta a Brindisi – la realtà era il 16° posto insieme a Cremona a quota 10), diventata ultimissima la sera di domenica 26 febbraio (con le vittorie di Cremona su Venezia e di Pesaro su Sassari, in attesa del posticipo del lunedì contro Pistoia) con il “filotto” The Flexx-Avellino-Pesaro-Brescia-Capo d’Orlando la Openjobmetis è oggi 13°, contando alle sue spalle ben tre avversarie e una distanza maggiore dal posto della vergogna piuttosto che dai playoff (8 punti in un caso, 4 nell’altro). A conti fatti, una resurrezione tecnica e mentale incredibile, che le statistiche giustamente celebrano.

Sempre restando in tema di successi colti in fila, le cinque vittorie varesine sono la quinta striscia (ribadiamo: aperta) in ordine di importanza del corrente campionato. Meglio hanno fatto Milano (dalla 1° alla 10° giornata) con 10 vittorie, Reggio Emilia (dalla 2° all’8°) e Venezia (dalla 7° alla 13°) con 7, e Trento con 6 (dalla 1° alla 6° di ritorno).

Nella storia societaria (sempre dal 1987), invece, il risultato (parziale) ottenuto da Maynor e compagni si piazza all’11° posto della speciale classifica, il cui primato va ai Roosters scudettati del 1998/1999 (10 “w” dall’8° giornata di andata alla 4° di ritorno). Al secondo posto due Varese diverse: quella di Giulio Cadeo 2003/2004 (9 vittorie dall’8° alla 16° giornata) e quella “Indimenticabile” del 2012/2013 (9 successi dalla 1° alla 9° giornata). Sul podio si piazzano poi le 7 partite vinte nel 1995/1996 e nel 1987/1988. Sei gioie consecutive furono raggiunte ancora nel 1998/1999, poi nel 1996/1997 con Dodo Rusconi in panchina, nel 1994/1995 sempre con Rusconi e di nuovo nel 1987/1988, grazie alla compagine allenata da Joe Isaac.