«Manca una settimana intera…»

Giro d’Italia - Il ds dell’Astana Stefano Zanini tira la volata a Vincenzo Nibali: «Ci sono ancora salite per attaccare»

É accaduto l’impensabile ma non l’irreparabile. La cronoscalata all’Alpe di Siusi è stata una mazzata alle speranze di Vincenzo Nibali di vestirsi di rosa a Torino, alla fine del Giro. Staccato Valverde durante la maratona delle Dolomiti, sembrava che la strada verso il successo per il messinese fosse in discesa. Invece, l’impensabile si è materializzato nei 10 chilometri di ascesa solitaria di domenica, in cui lo Squalo ha pagato oltre 2 minuti dalla maglia rosa Steven Kruijswijk. Una sberla dura, da cui Vincenzo non si nasconde: ieri nella conferenza del giorno di riposo non ha cercato scuse e non si è nemmeno trincerato dietro il salto di catena. Nel successo e nella caduta, sempre la stessa schietta sincerità. «Che tu possa incontrare la vittoria e la sconfitta, e trattare queste due bugiarde con lo stesso viso» scriveva Kipling.

Manca ancora una settimana, e tutto può succedere. La strada da percorrere è ancora parecchia, lo sa bene anche Stefano Zanini, direttore sportivo dell’Astana che analizza con noi il weekend nero dello Squalo: «Chiaramente uno spera sempre che le cose vadano per il verso giusto, che tutto vada bene e non ci siano problemi. Però capita di non trovare la condizione ideale per correre, come nel caso di Vincenzo domenica. C’è stato quell’intoppo meccanico ma allo stesso tempo ci sono stati dei corridori che sono andati più

forte». Che spiegazioni si è dato Stefano Zanini a questa battuta d’arresto? «Penso che semplicemente non abbia recuperato nel miglior modo possibile dalle due tappe di salita sulle Dolomiti. Conta anche il fattore mentale: inizi una prova a cronometro in cui pensi di poter recuperare terreno e non di perderlo, però ti accorgi che le cose non vanno secondo i piani, perdi secondi su secondi, e questo influisce. Tanti fattori dunque, tra cui il problema meccanico, che hanno portato ad una giornata no». Staccato Valverde, si poteva pensare che per Nibali il grosso del lavoro fosse fatto. Invece sono arrivate le due sorprese: «Però ci tengo a dire che nessuno ha mai sottovalutato né Kruijswijk né tantomeno Chaves. Anzi, Kruijswijk ce lo ricordiamo bene per quel che fece l’anno scorso nella terza settimana, quando teneva anche sul Mortirolo il passo di Contador, Landa ed Aru. Sappiamo quello che può fare e lo abbiamo già visto in questo weekend».

Il terreno per attaccare d’ora in poi c’è, speriamo anche le gambe: «Assolutamente, c’è una settimana intera con tappe importanti, Già domani (oggi) si arriva ad Andalo con un paio di salite interessanti. Non credo cambi qualcosa già in questa tappa, però si potrebbe provare qualcosa, anche un attacco a sorpresa nel finale. Mi sembra difficile però che si possano fare alleanze con la Movistar, non a tavolino, in corsa invece qualcosa potrebbe accadere». Venerdì si sale sul Colle dell’Agnello e c’è un amarcord particolare relativo a questa salita: Stefano Zanini, non proprio uno scalatore, fu il primo a transitare sul Colle nel 1994, nella tappa di quel Giro vinto poi da Berzin. Lui si fa una risata: «Io e l’uzbeko Abdoujaparov eravamo in lotta per la classifica dell’Intergiro. Scatto io, scatta lui, ci ritroviamo in fuga con altri corridori. Verso la fine della salita mi ricordai che al Gpm c’era in palio un bel premio e allora scattai».