Maynor leader, Eyenga è un muro. Con Dom Johnson tutti al Luna Park

Anosike mette la firma, Kangur sta tornando, utilità Pelle. Le pagelle di Fabio Gandini

Dai, si può dare di meno a uno che mette otto (otto) tiri da tre su quattordici tentativi? Cari bambini, portatelo al Luna Park che sta per arrivare in città, così vi fate regalare qualche orsacchiotto. Signori della guerra, assoldatelo come mercenario. Casalinghe che combattete contro le cimici, fate venire lui a casa vostra: quei simpatici insetti puzzolenti ve li uccide lui con le palline di carta, da grande distanza ovviamente. Volete fermarlo? Sparategli. Trentello leggiadro, decisivo, tracotante, meraviglioso. Ah, a proposito: Moss who?

Partita difficile, aree intasate, zone, poco spazio. I suoi 9 rimbalzi li tira giù comunque e valgono anche di più del solito. Negli ultimi minuti, con due grandi difese, un libero e un tap-in mette una firma importante.

Leader a tutto tondo: 19 punti e 6 rimbalzi, contro una difesa asfissiante come quella di Diana. Quando fa una “cavolata” (tipo un paio di palle perse che nel finale fanno tremare) la rimedia subito.

La sua difesa nel secondo quarto è decisiva per il primo allungo biancorosso, quello che a conti fatti non verrà più ricucito. Pronto sugli scarichi, solito invalicabile stoppatore: 13 minuti utilissimi.

Dà fiato a Eric Maynor e quindi fa il suo dovere, anche se la mano di oggi del “Bullo” è piuttosto fredda. È sul parquet nel momento più difficile della partita, la rimonta bresciana a cavallo di terzo e quarto periodo: al netto di qualche errore, tiene in piedi la baracca.

Si sacrifica in retroguardia, segna un canestro da capitano.

Al di là delle cifre, comunque buone (9 punti di grande qualità e 6 rimbalzi) sono gli sprazzi di difesa (anche sul capocannoniere del campionato Landry) a rendere la sua partita apprezzabile e salvifica per le sorti della squadra. Sta tornando, piano piano. Grazie Artiglio, ancora una volta.

Limitato dai falli: il quarto, commesso intorno al 25’, lo toglie definitivamente dalla contesa. Finché resta sul parquet, tuttavia, è il solito Ferrero, fatto di cuore, grinta e canestri importanti.

Maldini, Baresi, Costacurta, Tassotti: la linea magica del Milan di Sacchi trasposta al basket e racchiusa in una sola persona. Mettetelo a zona, a uomo, dove volete: da quando l’Artiglio gli ha detto di tornare a graffiare dietro, non ce n’è stato più per nessuno.