Meo, l’Italia ora è roba tua. Charlie e l’amaro addio a Cantù

Destini opposti per due ex: Sacchetti nuovo allenatore della nazionale, mentre Recalcati divorzia dalla Brianza

È stata la giornata dei grandi ex, con sensazioni alterne, dolce ed amato.

Partiamo dalle belle notizie: Romeo Sacchetti è il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana. L’ex cestista varesino, indimenticato da queste parti, assumerà il ruolo di successore di Ettore Messina sulla panchina azzurra. Un’eredità importante ma per Meo (che sarà anche sulla panchina di Cremona in Serie A nella prossima annata) dopo lo scudetto del 2015 a Sassari, questo può essere sicuramente considerato il culmine della sua carriera da allenatore.

Sacchetti verrà presentato a Cagliari sabato, nella sede del ritiro degli azzurri che stanno preparando l’Europeo di settembre. Il suo esordio in panchina è da segnare in rosso sul calendario: il prossimo 23 novembre la sua nuova Italia affronterà la Romania nel primo impegno del girone D delle qualificazioni ai Mondiali del 2019. Inserite nello stesso girone anche la Croazia ed una formazione proveniente dai gironi di pre-qualificazione al Mondiale (2/19 agosto 2017). Una notizia bellissima per il gigante di Altamura che, in attesa della conferenza ufficiale, ha commentato così: «Sono onorato – ha detto Sacchetti – di tornare a vestire questa Maglia, stavolta come CT. Ringrazio il presidente Petrucci e la Federazione per la fiducia che mi hanno voluto accordare». Una giornata in agrodolce, dicevamo, perché per un altro “ex varesino” come Carlo Recalcati ieri è arrivata l’ufficialità della separazione da Cantù.

La società presieduta da Dimitrij Gerasimenko ha salutato uno dei pezzi più pregiati della sua storia con uno scarno comunicato, augurando le migliori fortune per il proseguimento della carriera. Recalcati era tornato “a casa” durante il girone di ritorno dello scorso campionato, scegliendo di mettersi in gioco a 71 anni in una piazza che lo aveva visto protagonista prima da giocatore (dal 1962 al 1979) e poi da allenatore (dal 1984 al 1990).

Aveva poi salvato una squadra allo sbando, firmando un contratto pluriennale che gli permettesse di porre le basi per un futuro diverso. Alcune incomprensioni sul mercato con il patron hanno portato così alla separazione: a creare la spaccatura, alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa e ritenute lesive dell’onore del club, che hanno provocato da parte della società un provvedimento disciplinare.