Missione compiuta, ancora. Fanculo cancro

Fuck the Cancer bissa il successo a tutta beneficenza. Papà Gibe: «Non ci fermiamo, ci vediamo nel 2018»

Il giorno dopo ci si guarda in faccia, ci si dà una bella pacca sulla spalla, ci si abbraccia.

Un’altra volta l’evento Fuck the Cancer è stato un successo, un incredibile successo al di là di quelli che saranno i numeri ufficiali.

A tal proposito, gli organizzatori comunicano che il prossimo 21 giugno terranno una conferenza stampa alla “Cucina di Altamura” in viale Borri per spiegare e raccontare i numeri e la portata di questa seconda edizione. Le voci degli organizzatori, messa da parte per un secondo la stanchezza di questi giorni, raccontano tanto, tutto.

Partendo da Marino, uno dei giovani della curva che ha destinato anima e corpo a questa seconda edizione: «Abbiamo trascorso la domenica a smontare tutte le attrezzature allo stadio e siamo effettivamente tutti molto stanchi. Però allo stesso tempo siamo molto felici: non siamo ancora riusciti a fare i conti definitivi di quanto abbiamo raccolto, ma più o meno dovremmo essere molto vicini alla cifra dell’ anno scorso (circa 39mila euro). Una buona parte è già

stata consegnata alla Fondazione Giacomo Ascoli (a cui verrà destinato l’intero ricavato). Siamo contenti, c’è stata tanta gente e la partecipazione è stata spalmata su tutta la giornata. Rispetto al 2016, abbiamo aperto alle 10 anziché alle 16 e la gente è venuta fin dal mattino. Anche papà Gibe è stato felice, è venuto con noi a sistemare allo stadio e abbiamo dovuto cacciarlo via. L’ho visto contento, si poterà a casa il telone che abbiamo dedicato ad Erika. Lui a Fuck the Cancer tiene molto, è qualcosa che lo tiene vivo».

Ed è proprio Massimiliano Gibellini, per tutti papà Gibe, a spiegarci le sue emozioni a freddo, il giorno dopo. La scomparsa della sua piccola Erika, nel febbraio 2016, ha dato vita ed impulso a Fuck the Cancer; un motivo per ricordare, per sostenere la fondazione Giacomo Ascoli, per fare del bene.

«Penso sia stata una serata bellissima, non vedo l’ora di sapere quanto siamo riusciti a raccogliere per la Fondazione. Ieri sono anche passato alla loro festa, ci tenevo. Credo che siamo riusciti a superare quanto fatto un anno fa, vedremo, però è stato tutto bellissimo. Soprattutto la coreografia degli amici della curva, un regalo inaspettato: ho chiesto di poterla portare a casa, non mi hanno detto di no. A vederla sono rimasto senza parole, mi emoziona vedere come queste cose pian piano crescano. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per sei mesi affinché questo evento fosse possibile. Non c’è molto da dire, mi hanno riempito di gioia e come me anche tutta la mia famiglia. Adesso però non possiamo più fermarci, in fondo al vostro articolo ho letto “appuntamento al 2018 con Fuck the Cancer 3.0, perché certe luci non puoi spegnerle”: è vero, ci vediamo l’anno prossimo».